sabato 19 gennaio 2013

ITALIANI: ecco i nostri 4 nonni

Qualche giorno fa mi è venuto in mano un vecchio numero della rivista scientifica “Focus” (http://www.focus.it): si tratta di Focus Extra n° 2 della primavera 2000, sul quale ho scovato un interessante articolo di Ivan Vispiez intitolato “I nostri 4 nonni” incentrato sulle origini storiche e genetiche del popolo italiano. Il popolo italiano è infatti una miscela non ben definibile da un punto di vista etnico, visto che qui nei secoli sono passati vari popoli (Etruschi, Lucani, Sanniti, Fenici, Celti, Bizantini, Arabi, Spagnoli, ecc...). Ma la genetica ha permesso di fare un grande passo in avanti: comparando le frequenze genetiche (ad esempio quelle che determinano i vari gruppi sanguigni) degli italiani attuali, si possono scoprire sia il grado di affinità con popoli stranieri sia quello con altri italiani. In occasione della scoperta Alberto Piazza (direttore del Dipartimento di genetica dell'Università di Torino) disse: “Abbiamo trovato quattro antiche componenti genetiche che contano più di tutte le altre nel Dna degli italiani: quelle degli Etruschi, degli abitanti della Magna Grecia, degli Osco-Piceni e dei Liguri. Queste civiltà hanno avuto un ruolo così importante nel determinare il patrimonio genetico degli italiani perchè durarono a lungo, spesso in condizioni di isolamento, consentendo la deriva genetica, cioè la differenziazione del genoma di una popolazione”. Vediamo questi 4 popoli.
Etruschi. L'eredità genetica più forte è stata riscontrata nella popolazione dell'Italia centrale, in particolare Toscana e Lazio (qui la civiltà etrusca vi si sviluppò dal VII secolo a.C.). Secondo alcuni, gli Etruschi si insediarono in questa zona perchè impararono a sfruttare le miniere di ferro dell'isola d'Elba, mentre secondo altri hanno provenienza orientale in quanto la loro lingua (che non è indieuropea) è stata trovata su un'incisione nell'isola di Lemmo (Mar Egeo). A loro dobbiamo, oltre allo sfruttamento delle miniere di ferro, anche i banchetti (avevano un gran gusto per la buona tavola), le fognature (fu un re etrusco a costruire la Cloaca Maxima dell'antica Roma), l'agricoltura (con campi ben curati ed irrigati), le frontiere (c'era infatti un dio dei confini) e il dentista (fecero infatti le prime protesi dentali). Nella loro società inoltre la donna godeva di molta libertà.
Greci. L'eredità genetica più forte è stata riscontrata nella popolazione del Sud Italia, tra la Puglia meridionale, la Basilicata, la Calabria ionica e la Sicilia orientale (iniziò verso il IX secolo a.C.). I greci sarebbero arrivati qui perchè attirati dalla disponibilità di terreni vergini e fertili (i terreni agricoli erano finiti in Grecia), e anche perchè in Ellade non c'era più niente da costruire mentre qui gli architetti greci potevano sbizzarrirsi nel progettare nuove città. A loro dobbiamo, oltre alla lingua greca che ancora si parla in qualche paesino del Sud Italia, anche la democrazia, l'urbanistica (creazione di città dalle piante regolari con strade grandi e dritte, suddivise in aree amministrative, ricreative o artigianali), la poesia di lingua latina, l'alfabeto, la produzione e diffusione dell'olio d'oliva e del vino, il teatro popolare, la fabbricazione di cesti e l'invenzione della moneta come valore fiduciario (cioè assegnato indipendentemente dal valore del metallo).
Osco-Piceni. L'eredità genetica più forte è stata riscontrata nella popolazione marchigiana della provincia di Ancona, soprattutto nella zona di Numana, ma anche nella Romagna, nell'Abruzzo, nel Molise e in parte nella Campania: erano già civiltà nel IX secolo a.C. A loro dobbiamo la scrittura (come dimostra la stele rinvenuta a Castignano, provincia di Ascoli Piceno), la moneta (le "aes signatum", prime monete italiane in bronzo raffiguranti foglie stilizzate di olivo), il vino (secondo alcuni il Pinot deriverebbe dal vitigno piceno Pecorino), ed anche qui la donna aveva una certa importanza nella società.
Liguri. L'eredità genetica più forte è stata riscontrata (ovviamente) nella popolazione della Liguria, ma in parte anche nel Piemonte: risalivano al IV secolo a.C. e vivevano soprattutto di pastorizia (visto il territorio impervio che non consentiva l'agricoltura). Vivevano in tribù ed utilizzavano l'alfabeto etrusco, ed erano esportatori di legname pregiato e pelli. A loro dobbiamo lo sfruttamento dell'ardesia (cave di Lavagna, in provincia di Genova), del rame (a Fabiola) e del marmo (nelle Alpi Apuane), il cane pastore come custode delle greggi, il formaggio pecorino, la birra, l'amo da pesca, le sorgenti termali di Acquiterme, nonché le parole Appennino e lepre e i toponimi Genova e Monaco.
Onore, dunque, ai nostri antenati!

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