domenica 6 gennaio 2013

Lezioni di grammatica: perchè "la" Montalcini e non "lo" Schifani?

Pochi giorni fa il quotidiano la Repubblica ha pubblicato la lettera di una sua lettrice relativa all'uso smodato dell'articolo determinativo davanti ai nomi propri di donna, che è così diffuso in Italia. La lettera è questa: "La professoressa Montalcini, la scienziata Montalcini, il premio Nobel Montalcini, la senatrice Montalcini, la signora Montalcini, Rita Montalcini. Dovendo scrivere o parlare di questa meravigliosa persona non ci mancano certo le modalità per presentarla, ma in questi giorni ho letto in più articoli (ed anche a caratteri cubitali nei titoli) di prestigiosi quotidiani e sentito in piccoli discorsi di circostanza (vedi il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno) riferirsi a Lei con "la Montalcini". Mi sembra piuttosto volgare, nel senso di linguaggio del volgo, popolare forse ma anche molto poco rispettoso. Non ho mai sentito o letto "il Napolitano" o "il Fini" o "lo Schifani" o "il Monti", ma spesso "la Fornero", "la Cancellieri", "la Bindi". Non è forse anche questo un modo entrato nel linguaggio comune che inconsciamente (spero) finisce per sminuire il valore delle donne?". Mi rendo conto che per vari italiani la grammatica non è il loro forte: qui subentrano carenze scolastiche, oltre che un ritardo culturale generale della società italiana. Dice wikipedia: "La grammatica è una disciplina della linguistica che raccoglie, per ogni diversa lingua naturale, una successione finita di regole necessarie alla corretta costruzione di frasi, sintagmi e parole. Il termine si riferisce anche allo studio di dette regole, attraverso l'utilizzo della morfologia, della sintassi e della fonologia, spesso utilizzando anche il supporto di fonetica, semantica e pragmatica. I linguisti normalmente non intendono per "grammatica" le regole ortografiche, anche se spesso i manuali che si autodefiniscono "grammatiche" includono regole concernenti l'ortografia e la punteggiatura. L'etimologia del termine rivela che essa deriva, attraverso il latino, dal greco grammatiké (sottinteso téchne), ossia "arte (o tecnica) della scrittura": grammatiké deriva a sua volta da gráphein ("scrivere"), attraverso gramma ("lettera della scrittura")".
Nella nostra grammatica italiana (http://www.grammaticaitaliana.eu), l'articolo determinativo non va mai prima dei nomi propri di persona, siano essi maschili che femminili: c'è però da ricordare che nel linguaggio popolare e familiare italiano i nomi femminili si fanno precedere, di solito, dall'articolo (quindi la Clara, la Francesca, ecc....). Capisco il linguaggio familiare, tra amici, al bar, però almeno in Tv e nei giornali non sarebbe male rispettare la grammatica: forse la TV si è scordata il ruolo di educatore che aveva nei suoi primi anni di vita (anni '50-'60) quando gli italiani uscivano da un periodo post-bellico arretrato (anche culturalmente). Ora la TV non ha più questo potere, anzi, spesso lo ha al contrario...
Quindi concordo con la lettrice autrice della lettera che questo uso dell'articolo determinativo davanti ai nomi propri femminile denota non solo una carenza culturale ma anche, e soprattutto, l'influenza che il vecchio maschilismo ha avuto nella società nel corso del suo sviluppo nei decenni: donna spesso considerata come oggetto, la Francesca come dire la tavola, la casa, ecc... Un maschilismo che, anche se inconsciamente, è ancora insito nella nostra società.

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