domenica 10 febbraio 2013

PIETRO BEMBO e il Rinascimento

Pietro Bembo nacque a Venezia nel 1470 dall'antica famiglia patrizia dei Bembo, da Bernardo e da Elena Morosini. E' stato un cardinale, scrittore, grammatico e umanista italiano. Regolò per primo in modo sicuro e coerente la lingua italiana fondandola sull'uso dei massimi scrittori toscani trecenteschi. Contribuì potentemente alla diffusione in Italia e all'estero del modello poetico petrarchista. Le sue idee furono inoltre decisive nella formazione musicale dello stile madrigale nel XVI secolo. Morì a Roma, all'età di 76 anni, il 18 gennaio 1547. Fu sepolto a Roma nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva; la sua lastra tombale è collocata sul pavimento, dietro all'altare maggiore. Anche nella Basilica di Sant'Antonio a Padova si trova un monumento dedicato al cardinale, opera del grande architetto Andrea Palladio. Per maggiori informazioni http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Bembo.
Ora Padova gli dedica la mostra “Pietro Bembo e l'invenzione del Rinascimento”, che si terrà fino al 9 maggio 2013 presso il Palazzo del Monte di Pietà (http://www.mostrabembo.it/): ideata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Adolfo Tura, vedrà esposti lettere, manoscritti e libri rari che ripercorrono la vita di Pietro Bembo, ovvero il padre fondatore della lingua letteraria italiana. Ma nella mostra troveremo molte apere d'arte che hanno fatto parte della sua celebre collezione, da lui commissionate a grandi artisti: opere di Leonardo, Mantegna, Bellini, Giorgione, Raffaello, Michelangelo. Perchè Pietro Bembo, prima che committente di questi quadri, era anche amico degli artisti che ammira e a cui è legato da una profonda comunanza di interessi. Proprio in questi quadri viene celebrato il sentimento dell'amicizia, introducendo così una dimensione psicologica nuova per l'epoca.
Scrive Benedetta Craveri sul quotidiano la Repubblica di oggi: “Nell'autunno del 1491 Angelo Poliziano è a Venezia per studiare un antichissimo codice di Terenzio, il più prezioso dei tesori della magnifica collezione di libri e oggetti d'arte antichi e moderni che Bernardo Bembo, diplomatico e figura di spicco della Repubblica, ha costituito nel corso degli anni. A osservarlo lavorare e a prendere appunti accanto a lui c'è Pietro, il figlio ventunenne del padrone di casa. Il loro è un incontro epocale per la cultura italiana. Sarà Pietro Bembo, utilizzando la prospettiva storica, filologica e critica riservata fino ad allora allo studio dell'antico, a rivendicare la dignità del nostro volgare, a fissare le regole a partire dai suoi grandi modelli – Dante, Petrarca e Boccaccio – e a farne la lingua di tutti gli italiani”.
Quindi, quando parliamo il nostro caro italiano, ricordiamoci del grande Pietro Bembo: è grazie (anche) a lui se oggi parliamo questa meravigliosa lingua, così ricca di vocaboli e di desinenze verbali, che ha permesso alla letteratura italiana e ai suoi artisti di essere celebri e invidiati in tutto il mondo.

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