venerdì 27 settembre 2013

La politica italiana e... l'uroboro!

È iniziata ieri e durerà fino al 29 settembre a Piacenza la 6° edizione del Festival del Diritto (http://www.festivaldeldiritto.it/) al quale parteciperanno, tra gli altri, Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Laura Boldrini, Ilvo Diamanti, Gad Lerner e Nadia Urbinati. Ieri Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà sono intervenuti alle ore 18 presso la Sala dei Teatini e il quotidiano la Repubblica proprio ieri ha pubblicato una anticipazione dell'intervento di Zagrebelsky, del quale voglio riportare alcuni passaggi perchè lo trovo davvero interessante. Parla di politica e nichilismo, quelo mostro antico e nuovo che uccide la democrazia, quella commistione tra politica e potere/denaro che porta alla rovina una democrazia: quello che sta succedendo alla nostra di democrazia. Per rendere l'idea Zagrebelsky fa l'esempio dell'uroboro: si tratta di un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. È un simbolo associato all'alchimia, allo gnosticismo e all'ermetismo. Rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell'eterno ritorno, quella dell'Uno-Tutto e tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. In alcune rappresentazioni il serpente è raffigurato mezzo bianco e mezzo nero, richiamando il simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto che gli opposti non sono in conflitto tra loro. Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Uroboro
Dice Zagrebelsky: "Quest'immagine (quella dell'uroboro, ndr)... può bene definire il rapporto tra denaro e politica, nei termini di uno scambio di ritorno e di reciproco sostentamento. Il potere sostiene e rivitalizza il (procacciamento di) denaro e il denaro sostiene e rivatalizza (l'acquisizione e il mantenimento de) il potere". Per dirla con un gioco di parole: denaro che crea denaro che crea potere che crea potere! "Coloro che stanno nel serpente (uroboro) sono i privilegiati del potere e del denaro, i quali, con funzioni diverse (politiche, ideologiche, tecnico-esecutive, avvocatistiche) stanno e lucrano all'interno dello scambio denaro-potere". Facendo il parallelo tra economia reale ed economia finanziaria, Zagrebelsky colloca quella finanziaria nel serpente, mentre quella reale vi ruota attorno in una specie di servitù volontaria: chi sta attorno collabora a mantenere in piedi questo sistema di potere, subendo restrizioni nel loro tenore di vita, nelle condizioni di lavoro, nella disponibilità di servizi, nella sicurezza e nella previdenza sociale. Al di fuori di tutto ciò "stanno gli inutili, i reietti, i disoccupati, abbandonati a se stessi come zavorra che non ha diritto di appesantire le altre parti della società, di frenare o impedire la crescita". 
Dice ancora: "Il ciclo denaro-potere-denaro è, o mira a diventare, totalmente e assurdamente autoreferenziale. Ciò significa ch'esso trova pienamente in se stesso la ragione del suo essere in azione. È mezzo e fine al tempo stesso. Se noi volessimo cercare una definizione potente e adeguata di nichilismo, diremmo proprio così: non semplicemente la mancanza di scopi, che di per sè significa semplicemente insensatezza, irrazionalità, gusto del bel gesto, cinismo, ma la coincidenza dei mezzi e dello scopo". "Nel nichilismo e nell'autoreferenzialità, nel cerchio chiuso di potere e denaro, non c'è posto per la politica. C'è posto solo per il cieco dominio che rifiuta d'interrogarsi sul senso del suo esistere. È puro non-senso". Ma "la democrazia è forma della politica e la politica è la sostanza della democrazia. Ma, se viene a mancare la sostanza, la forma si riduce a vuoto involucro, a simulacro ingannatore.... Quando la vita politica non è più un dato della natura, come l'aria, il suolo e il clima, ma deve essere costruita e ricostruita, il progetto della giusta città è quella cosa che decidiamo insieme che debba essere e che chiamiamo Costituzione". 
E qui veniamo al problema (affrontato severamente anche da Zagrebelsky) di chi, nel governo dlele larghe intese, vorrebbe cambiare molte parti della nostra cara e bellissima Costituzione, come se cambiando la Costituzione cambiasse il Paese. Forse potrebbe essere il contrario.... Ma siamo davvero una democrazia matura? Credo proprio di no.

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