giovedì 26 settembre 2013
Scusate se insisto sull'argomento scolastico (non so quanti post ne ho dedicato finora!) ma in proposito voglio pubblicare l'ennesiama lettera di un professore pubblicata sul quotidiano la Repubblica del 25 settembre 2013. Ecco il testo.
"Sono una professoressa e insegno in un liceo di Roma. La ministra dell'Istruzione Carrozza ha reintrodotto, nel decreto legge della scuola, lo studio della geografia economica negli istituti tecnici, e questa è una gran bella notizia. Vorrei ricordare, però, che nel primo biennio di tutti gli indirizzi superiori, a causa dei tagli all'istruzione in questi anni, le ore di geografia restano ridotte e accorpate a quelle di storia, cosa che, tra l'altro, disincentiva gli studenti allo studio di entrambe. Ma siamo proprio sicuri che queste discipline siano poi così superflue nel mondo interconnesso e globalizzato di oggi? Tanto più in Italia, aggiungo, con la sua tradizione culturale e le cento città ricche di arte e paesaggi che tutto il mondo invidia? Non dovremmo ottimizzare, anzichè ridurre, lo studio di due materie così importanti per conoscere noi stessi?".
Sono pienamente ricordo con la professoressa: la società del futuro si forma a scuola, e se vogliamo una società migliore dobbiamo puntare in alto nell'insegnamento scolastico, non solo con le materie specifiche di ogni corso ma anche con quelle generali di formazione di una persona (geografia, storia, educazione civica, la Costituzione italiana, ecologia, tecnologia, ecc...).
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