mercoledì 25 settembre 2013
FEMMINICIDIO: si tratta di una parola che, ahimè, abbiamo conosciuto molto bene, soprattutto in questi ultimi anni, vista l'escalation di omicidi di donne avvenuti nel nostro Paese. Un problema che ha purtroppo profonde radici culturali (arretrate). Scrive wikipedia: Da pochi anni in Italia si parla di questo problema ed esiste una percezione sociale di questo problema. Esiste una oggettiva difficoltà di rilevare il fenomeno e la sua diffusione anche perché a livello istituzionale non vengono raccolti i dati in modo sistematico. Dal 2005 i Centri antiviolenza raccolgono i dati delle donne uccise dai casi riportati dalla stampa. Solo nel 2012, secondo l'indagine svolta dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna i femminicidi in Italia sono stati 124, i tentati omicidi di donne 47. Il 70% circa delle donne è stata uccisa da uomini con cui le donne avevano o avevano avuto una relazione sentimentale (mariti, compagni, ex mariti, ex compagni etc.); la maggior parte degli omicidi vengono compiuti nella casa della coppia, della vittima o dell'autore, circa 80% delle donne sono italiane, come anche gli autori sono italiani; la maggior parte di loro vivono nelle Regioni del Nord. Solo negli ultimi anni è nata una certa attenzione soprattutto nei mass-media con trasmissioni televisive come Amore criminale si è potuto notare l'impegno di giornalisti come Riccado Iacona, è nato uno spettacolo teatrale sull'omicidio di donne Ferite a morte, di Serena Dandini. I Centri antiviolenza ma anche molti Comuni e altri Enti pubblici per il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza alle donne e 8 marzo, Giornata internazionale della donna, organizzano flash mob, convegni, seminari, eventi pubblici di sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne e il femminicidio. L'EU.R.ES, che da diversi anni svolge ricerche sugli omicidi volontari in Italia, solo nel 2012 ha pubblicato la prima ricerca specifica sul femminicidio dal titolo "Il femminicidio in Italia nell'ultimo decennio". Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Femminicidio.
Proprio perchè si tratta di una questione culturale, si deve affrontare il problema fin dalle scuole. Ed ora sembra ci siamo. Si è partito da Torino dove alle scuole elementari il problema verrà spiegato e affrontato con fiabe e cartoni animati, mentre alle scuole medie verrà discusso di storia partendo dal punto di vista femminile. Il progetto comunque coinvolge non solo le scuole ma anche genitori, insegnanti stessi, educatori, per arginare la deriva intollerante delle generazioni più giovani (così come hanno scritto giustamente Maria Novella De Luca e Diego Longhin nel loro articolo “Ore 9: lezione di anti violenza” pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 24 settembre 2013). Molte le iniziative che nascendo in giro per il Paese: “Nuovi occhi per i media” è un progetto per le scuole superiori creato dalla scrittrice Lorella Zanardo che fa analizzare il linguaggio dei media per scoprire sessismo e razzismo; studio e modifica dei libri di testo delle scuole elementari nei quali la ricercatrice Irene Biemmi ha dimostrato che le donne sono sempre indicate come mamme o streghe mentre gli uomini fanno professioni importanti; “C'è differenza” è un manuale per le scuole superiori pubblicato dalla docente di sociologia Graziella Priulla per mettere in evidenza le conquiste delle donne e il femminismo. E poi ci sono iniziative straniere da cui potremo prendere esempio, come il programma ministeriale per le scuole primarie francesi “Abcd de l'egalitè” per insegnare ai bambini a combattere contro omofobia e discriminazioni, oppure l'asilo Egalia in Svezia dove si abolisce la distinzione tra maschi e femmine facendo usare a tutti giochi uguali e pronomi neutri in modo da insegnare ai più piccoli la parità tra i sessi, o ancora l'associazione dei genitori inglesi “Let toys be toys” che vuole cancellare le distinzioni di genere nei giochi.
Lo ripeto allo sfinimento, come ho già fatto in molti altri miei post: è a scuola che si forma una persona e che si crea la società del futuro, ed è pertanto da qui che si deve partire per l'insegnamento di materie fondamentali per la crescita e la formazione di una persona (educazione civica, geografia, ecologia, la Costituzione italiana, diritto, arte, tecnologia, ecc...). Questa deve essere la scuola 2.0 per creare la società 3.0...
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