giovedì 17 ottobre 2013
Apprendo da un articolo di Valentina Montervino sull'inserto "Il Venerdì" del quotidiano la Repubblica dell'11 ottobre 2013 che è stato aperto a Pittsburg il primo "temporary restaurant", dove si cucinano (per asporto) i piatti tipici di tutti i Paesi in "guerra" con gli Stati Uniti: l'idea è di Jon Rubin, professore di Arte alla Carnegie Mellon University, in quale in questo ristorante ogni due mesi cambia Paese, allestimento e nome. Così fino ad ora è stato possibile degustare, ad esempio, i picadillos cubani, il Kubideh iraniano, i pabellòn venezuelani e i Bichak afghani, mentre ora è il turno della cucina tipica delle due Coree, alla quale seguiranno quelle israeliana e palestinese.
Ma nel ristorante non si da solo cibo di queste cucine straniere, infatti il tutto è arricchito da eventi, performance e discussioni sulla cultura, sulla situazione politica e sui temi rilevanti del Paese trattato, e vengono distribuiti assieme al cibo acquistato degli opuscoli con curiosità del Paese da consultare quando si è a casa. In più, le pietanze vengono incartate in fogli di giornale dove sono riportate interviste ad esponenti politici americani sul conflitto che interessa quel Paese.
La trovo davvero una bella iniziativa, un modo diverso ed alternativo per informare ed anche per raggiungere anche quel tipo di pubblico che magari non si informa tramite gli organi di stampa o lo fa fugacemente. Lo si potrebbe fare anche in altri Paesi, ad esempio qui in Italia, magari rivolto alle cucine di tutti gli Stati che in questo momento sono in guerra nel pianeta. Informare è sempre un'ottima cosa.
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