giovedì 3 ottobre 2013
Monticchio è una frazione appartenente ai comuni di Rionero in Vulture ed Atella, in provincia di Potenza. Situata alle pendici del Monte Vulture, uno dei più antichi vulcani dell'appennino meridionale, conserva un variopinto patrimonio ambientale. I laghi, situati alla falda sud occidentale del monte Vulture, occupano le bocche crateriche dell'antico vulcano. Pur comunicando tra loro, i laghi presentano un diverso colore: il Lago Piccolo ha un colore verdastro il Lago Grande verde oliva. I laghi, entrambi di forma ellittica, sono separati da un istmo largo 215 m. Il Lago Piccolo ha una superficie di 16 ettari e perimetro di 1800 m, presenta sponde ripide che scendono fino ad una profondità di 38 m. Il Lago Grande con una superficie di 38 ettari e perimetro di 2700 m, occupa una cavità imbutiforme, con bassifondi estesi per gran parte del bacino, che solo a nord si inabissano fino a 36 m. Il lago piccolo a quota 658 m viene alimentato da sorgenti subacquee, da qui l'acqua defluisce attraverso un ruscello con portata di 57 litri al secondo, nel Lago Grande, a quota 656 m. Entrambi i laghi hanno la temperatura più elevata dei laghi d’Italia. Tra le specie vegetali lungo le rive si ricordano roveri e faggi, nelle acque le ninfee. Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Monticchio_(Rionero_in_Vulture).
La Basilicata è, purtroppo, fuori dalle grande mete turistiche, e non ne capisco il motivo, visto la grande quantità di risorse naturalistiche e storiche, oltre che ad un ottimo mare (http://www.aptbasilicata.it/): proprio a questa regione avevo dedicato un post in passato. Ma ora vi parlo di Monticchio e di questo angolo di Basilicata perché ho trovato un articolo in merito (scritto da Massimiliano Rella) sull'inserto “Viaggi” del quotidiano la Repubblica del 2 ottobre 2013. Si tratta di uno dei paesaggi più incantati e nascosti della Basilicata, con questi laghi formatisi sul cratere di un vulcano spentosi 125.000 anni fa. In seguito all'ultima glaciazione europea, avvenuta 12.000 anni fa, vi si trovano qui specie animali e vegetali sia mediterranee che alpine. Per un curioso fenomeno d'inversione climatica, gli alberi che si trovano all'interno della caldera, attorno ai laghi, non seguono la successione tipica della vegetazione di montagna (generalmente stratificata per specie e quote): qui infatti si possono trovare gli abeti bianchi a 700 metri di quota (solitamente si trovano oltre i 1200-1300 metri) e vi si trovano faggi mescolati a querce (che invece si dovrebbero trovare ognuno ad una certa quota). Fra le specie animali vi troviamo la Bramea, una falena notturna che vive qui da 5 milioni di anni (http://www.farfalledalmondo.it/2013/02/24/brameadelvulture/), la quale vive una sola settimana per riprodursi (il maschio muore subito dopo l'accoppiamento mentre la femmina muore appena dopo aver deposto le uova): una farfalla che si trova in Giappone ed Etiopia, ma che si è ambientata qui grazie alle ottime condizioni ambientali e climatiche (con grande sorpresa di Harting che la scoprì qui). Oltre al patrimonio naturale, c'è anche un gran patrimonio storico: c'è la Badia di San Michele a Carmine Crocco (risalente al XVI-XVII secolo), prima benedettina e poi francescana, che comprende un convento ipogeo all'aperto dei monaci basiliani e la grotta-chiesa di S. Michele Arcangelo con un'edicola bizantina del 1056. Qui vi trova posto dal 2009 anche il Museo di Storia Naturale del Vulture (https://www.facebook.com/museodelvulture). Da non dimenticare, infine, la Riserva Naturale di Grotticelle (http://www.agraria.org/parchi/basilicata/grotticelle.htm) istituita nel 1971 dal Ministero dell'Agricoltura, dedicata alla già citata farfalla Bramea.
Si tratta quindi di una regione, la Basilicata, tutta da scoprire, ricca di storia, cultura, città d'arte, antiche tradizioni, aspre montagne e lunghi tratti di mare, riserve naturali e quant'altro: tutto da scoprire! Un vero peccato...
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