giovedì 3 ottobre 2013
Ritorno ancora sul bel dialogo costruttivo tra il non credente Eugenio Scalfari e Papa Francesco, perché lo stesso Scalfari ha fatto un bel articolo sulla sua rubrica “Il vetro soffiato” del settimanale d'informazione L'Espresso del 3 ottobre 2013: l'articolo si intitola appunto “I non credenti e la loro coscienza”. Riporto alcuni passaggi di questo bel articolo perché, oltre che condividerli, li trovo molto riflessivi, sia che uno sia credente oppure no.
Tutto ruota attorno alla domanda: ma in che cosa credono i non credenti? Secondo il Papa credono ed obbediscono alla loro coscienza. Può anche essere vero, ma ognuno ha una propria coscienza e un suo pensiero, quindi teoricamente ce ne potrebbero essere uno di diverso per ogni non credente. Infatti, come dice Scalfari, i non credenti sono tutti d'accordo sulla “negatività” (nel senso che non credono nella divinità trascendente, onnisciente e onnipresente), ma invece differiscono sulla “positività” (ognuno ha appunto un proprio pensiero). In che cosa crede Scalfari? Dice testualmente: “Io penso che l'essere altro non sia che il caos il quale tutto contiene: materia energetica, campi elettromagnetici, il tutto privo di leggi e di forma, al di fuori di tempo e spazio... Io credo nel caos, non solo originario ma permanente ed in perenne divenire. Se il “Big Bang” ipotizzato dalla scienza si è in realtà verificato, esso deve dunque partire dal caos. L'energia che esso contiene ad un certo punto esplode e il caos dopo quell'esplosione genera forme. Passano alcuni milioni di nano-secondi e il caos si riversa interamente nelle forme, ogni forma ha le sue leggi ma il caos resta dentro ciascuna di loro... Le forme, quando muoiono perché tutto ciò che ha un principio avrà sempre una fine, restituiscono la loro energia all'intero creato”. Allora si chiede Scalfari: si può dire che il caos è Dio? Certo, ma dà alle nostre menti un'idea di Dio forse mai pensata. Si può chiamare Dio l'energia? Certo, se consideriamo che l'energia sta dentro tutte le forme e anima la vita e il caos che sta dentro di loro. Per questo Scalfari fa riferimento a personaggi storici come Diderot, Holbach, Marx, Hobbes, Feuerbach, secondo i quali la materia era la base del mondo e della vita, una materia la cui evoluzione era dominata in parte dal caos e in parte dalle leggi che operavano quando la natura avesse prodotto forme (in questo anticipando Darwin...).
E poi l'ultima importante domanda di Scalfari: che rapporto c'è tra scienza e religione? Procedono separatamente e non si influenzano reciprocamente, oppure sono in qualche modo collegate l'una con l'altra? E quando prendono vie diverse, quale delle due prevale sull'altra? Sono domande interessanti che tutti si dovrebbero porre, credenti e non credenti, alle quali si può rispondere non con il pensiero di un credente e nemmeno con quello di un non credente, ma con un pensiero che dovrebbe essere comune ad entrambi. Scienza e religione vanno su due binari separati.
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