venerdì 8 novembre 2013

Premio “Henry Dunant” 2013 ad un'italiana

Jean Henri Dunant, più noto come Henry Dunant (Ginevra, 8 maggio 1828 – Heiden, 30 ottobre 1910), è stato un umanista, imprenditore e filantropo svizzero. Premio Nobel per la pace nel 1901 - il primo anno in cui venne assegnato tale riconoscimento - per aver fondato la Croce Rossa di cui erano già da alcuni decenni membri attivi molti paesi di tutto il mondo, tra cui anche l'Impero Ottomano. Fu l'ispiratore della Convenzione di Ginevra (http://it.wikipedia.org/wiki/Convenzioni_di_Ginevra). Per maggiori informazioni http://it.wikipedia.org/wiki/Henry_Dunant. Ricordo che il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa costituisce la più grande organizzazione umanitaria del mondo: l'organizzazione viene spesso indicata con il termine abbreviato Croce Rossa ed è costituita dal Comitato Internazionale della Croce Rossa con sede a Ginevra, dalla Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e dalle 189 società nazionali individuali (l'8 maggio viene festeggiata La giornata mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa); fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Croce_Rossa (Croce Rossa Italiana, http://www.cri.it/). 
Scrivo questo perchè è stato da poco assegnato, come ogni anno, il Premio Henry Dunant, premio che viene dato ad un lavoro accademico eccezionale che contribuisca ad approfondire e rinnovare l'impegno nel campo dei diritti umani. Ebbene, quest'anno è stato assegnato, per la prima volta, ad un'italiana (era già successo nel 2005 all'italiana Gloria Gaggioli ma ex aequo con Philip Grant): si tratta di Maria Giovanna Pietropaolo, 25 anni, calabrese di Vibo Valentia. Laureata a Firenze in giurisprudenza, studiando con grandi esperti di diritto internazionale come Luigi Condorelli, è stata ammessa all'Accademia del Diritto Umanitario Internazionale e dei Diritti Umani di Ginevra, ha concluso il master, ora sta facendo tirocinio (pagato giustamente) nel Comitato della Croce Rossa Internazionale, e a Ginevra vive. Ed è da qui che per il suo lavoro è stata premiata. Intervistata da Natalia Aspesi per il quotidiano la Repubblica del 5 novembre 2013, dice: “Ho cercato in una prospettiva giuridica come si potrebbe riordinare le priorità tra sovranità, esigenze primarie dei singoli e solidarietà: sembra impossibile che di fronte a gente bisognosa di aiuto e ad una società internazionale desiderosa di fornirlo, ci siano governi che per ragioni politiche impediscano che questo atto di umanità si realizzi. Ciò non è stato possibile in molte catastrofi che coinvolgono migliaia di persone, terremoti, inondazioni, carestie: ed è emblematica la situazione post-ciclone Nargis, nel 2008 in Birmania, quando la giunta militare inizialmente rifiutò i soccorsi internazionali mettendo tragicamente a rischio la popolazione colpita”. Per ricordare il ciclone Nargis, consultate il link http://it.wikipedia.org/wiki/Ciclone_Nargis. Prosegue la vincitrice del premio: “Oggi possiamo assistere agli orrori della storia quasi in prima fila come Dunant, grazie ad Internet. Ma le guerre sono così tante, soprattutto quelle civili con conseguenti genocidi, che non di tutte il mondo viene informato, come avviene per la Siria: eppure i massacri continuano, ignorati, per esempio in Congo, in Mali”. Fra i suoi progetti da attuare ora c'è quello dell'assistenza legale per coloro che fuggono dai loro paesi, per dare aiuto a queste persone nei rapporti con le autorità. 
Complimenti a Lei, davvero, perchè di gente come la Pietropaolo ce n'è assolutamente bisogno: mai come in questi ultimi anni ci sono così tante persone che fuggono da guerre, da catastrofi naturali, dalla fame, dalla persecuzione, dalla morte, come quelli che sono arrivati (e continuano ad arrivare) sulle coste italiane (senza dimenticare chi, purtroppo, non ce l'ha fatta ad arrivare). Come dice lei, tragedie come queste devono essere una grande occasione per la storia dell'umanità, per far sì che non succedano più, coinvolgendo sia i singoli Stati, sia la Comunità Europea sia noi singoli cittadini.

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