venerdì 8 novembre 2013

Stop allo SPRECO DEL CIBO

In nome della lotto allo spreco di cibo, è stato fondato dal Ministero dell'Ambiente il pool antispreco alimentare, il cui coordinamento è affidato ad Andrea Segrè, direttore del Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell'Università di Bologna, nonché fondatore e presidente della società Last Minute Market (che da oltre 10 anni si occupa di recuperare i beni invenduti, sottraendoli alla discarica per destinarli agli enti caritatevoli, http://www.lastminutemarket.it/ e http://it.wikipedia.org/wiki/Last_Minute_Market). Ecco alcuni dati di Last Minute Market: nel 2012 il 2,47% della produzione agricola è rimasta in campo, l'equivalente di 12.466.034 quintali di prodotto agricolo; sempre nel 2012 nell'industria agroalimentare italiana lo spreco medio ammonta al 2,6% della produzione finale totale, che porta ad uno spreco complessivo di 2.036.430 tonnellate di prodotti alimentari; ogni anno lo spreco domestico costa agli italiani 8,7 miliardi di euro, uno spreco che sfamerebbe milioni di persone e che invece crea un grosso problema anche nella raccolta rifiuti; ogni settimana, in media, ciascuno di noi getta 213 grammi di cibo, al costo di 7,06 euro a famiglia! Da qui la nascita del pool coordinato dal professor Segrè. Nel 2012 tra l'altro ha lanciato la campagna europea “Un anno contro lo spreco”: per ridurre e prevenire lo spreco di alimenti il Parlamento europeo, su impulso di Last Minute Market e di questa campagna europea, ha approvato nel 2012 la Risoluzione “Strategie per migliorare l'efficienza della catena alimentare nell'UE” chiedendo di dimezzare entro il 2025 lo spreco alimentare e di proclamare un Anno europeo contro lo spreco del cibo (http://www.unannocontrolospreco.org/it/). 
Cosa può fare questo pool? Lo ha spiegato Andrea Segrè a Emanuele Coen sull'inserto “Il Venerdì” del quotidiano la Repubblica del 1° novembre 2013, dicendo: “Per la prima volta metteremo intorno ad un tavolo tutti i soggetti della filiera agroalimentare, produttori, trasformatori, piccola e grande distribuzione, ristorazione collettiva e, naturalmente, le associazioni dei consumatori, che rappresentano l'anello più debole e anche più consistente, quello dello spreco in casa. L'obiettivo? Disegnare una mappa nazionale per sapere dove, come e quanto viene buttato, valutare l'impatto sull'ambiente e mettere a punto gli interventi”. Del pool faranno parte anche gli enti caritativi, le multiutility che smaltiscono rifiuti e le Asl (che si occupano di igiene degli alimenti). Sempre nel 2012 è stata lanciata la Carta Spreco Zero, un marchio rilasciato da Last Minute Market che certifica l’adozione di una serie di strumenti, procedure e sistemi di controllo, che garantiscono un uso razionale ed efficiente delle risorse e una gestione dei rifiuti ispirata ai principi di prevenzione, riutilizzo e riciclo dei materiali (http://www.sprecozero.org/): tale carta è già stata firmata da centinaia di Sindaci (tra cui Ignazio Marino di Roma e Matteo Renzi di Firenze) per rendere operative le indicazioni della risoluzione del 2012 del Parlamento europeo contro lo spreco alimentare.
Tutto dovrebbe comunque cominciare nelle nostre case, modificando le nostre abitudini: non voglio elogiarmi, ma vi posso assicurare che a casa mia da quando sono nato non è mai stato buttato niente, ripeto niente, di generi alimentari nella spazzatura. Come si fa? Cucinando il cibo senza eccedere nelle quantità, cucinare o acquistare cibo che si può conservare (quindi senza scadenza immediata), e consumare i cibi in scadenza. Ci vuole davvero poco...

Nessun commento: