sabato 18 gennaio 2014

Metti GIOTTO fuori dalla classe

E' questo l'ironico titolo di un dossier fatto da Roberta Carlini, pubblicato sul settimanale d'informazione L'Espresso del 12 dicembre 2013, che rivela ahimè una situazione drammatica culturale nel nostro Paese. Il problema riguarda le sempre meno ore dedicate nei corsi scolastici alla storia dell'arte. Ma come, proprio nel Paese col più grande ed importante patrimonio storico – artistico al mondo? Si, proprio qui... Sembra incredibile ma è proprio così. È stata lanciata anche una campagna in merito, da Italia Nostra e dagli insegnanti, che ha raccolto oltre 16.000 firme, ma finora non è servito a niente... 
Scrive la giornalista: in Italia non chiediamo ad un aspirante tecnico grafico di conoscere un minimo di storia dell'arte; né tantomeno la mettiamo nel curriculum dei ragazzi e delle ragazze degli istituti professionali alberghieri, quelli che dovrebbero accogliere i turisti in visita nel nostro paese; non è richiesto di studiare l'abc dell'arte neanche nell'indirizzo Moda dei professionali. Prima dell'era Gelmini, c'erano dalle 2 alle 4 ore settimanali di storia dell'arte per tutti, e 5 ore in ogni anno dei corsi di grafica, di moda e di turismo, e negli ultimi due anni dell'indirizzo alberghiero/turistico. Dopo la riforma Gelmini? Zero!!! Solo due ore settimanali nel triennio dell'istituto tecnico turistico (prima qui le ore erano di più e in tutti e 5 gli anni...). Quindi, la storia dell'arte non fa parte della formazione di più della metà dei scolari italiani. Come dice Marco Parini, Presidente di Italia Nostra, servono certamente l'inglese, l'informatica, gli insegnamenti specifici dell'indirizzo, ma ogni nazione del mondo si preoccupa di formare tutti i suoi cittadini alla conoscenza di quel che più caratterizza la storia e l'identità del proprio paese. Anche per quanto riguarda i licei, rimangono le tre ore settimanali per tutto il quinquennio, ma non c'è più l'indirizzo di studio sui beni culturali, con le relative ore di catalogazione e restauro. Di conseguenza, sull'ultimo concorso della scuola non è stata messa in palio alcuna cattedra di storia dell'arte, dato che dopo la famigerata riforma Gelmini c'è ora un esubero di tali insegnanti in tutte le province italiane: in fila nelle graduatorie degli aspiranti professori di storia dell'arte ci sono 2.441 precari per la sola cattedra di arte e 5.847 che possono insegnare arte e disegno... 
Come detto sopra, c'è stata una forte mobilitazione, tanto che si era ad un passo della discussione in Parlamento del Decreto Istruzione per risolvere questo grave problema. Ma poi tutto è saltato per... mancanza di coperture finanziarie!!! Per inserire una o due ore di storia dell'arte a settimana nei tecnici del turismo, in alcuni indirizzi dei professionali e nei primi due anni dei licei, servivano a regime 571 professori in più con un costo di 86 milioni di euro l'anno. E non si possono trovare, per un miglioramento culturale del Paese? Per le spese militari sì però... Che tristezza. 
Ricordo che abbiamo in Italia 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco: ebbene, insieme hanno un indice di ritorno economico addirittura 16 volte inferiore a quello del patrimonio artistico degli Stati Uniti, 4 volte inferiore a quello francese e 7 volte inferiore a quello inglese. Ma com'è possibile? Non so cosa ci vuole a capire, come dice la giornalista, che la conoscenza della storia dell'arte, oltre che a formare meglio i ragazzi, potrebbe avere una ricaduta economica sul Paese.

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