lunedì 9 maggio 2016
I parchi nazionali d'Italia sono aree naturali protette terrestri, marine, fluviali o lacustri che contengano uno o più ecosistemi intatti (o solo parzialmente alterati da interventi antropici) e/o una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche d'interesse nazionale ed internazionale, per valori naturalistici, scientifici, culturali, estetici, educativi o ricreativi, tali da giustificare l'intervento dello Stato per la loro conservazione: ad oggi sono 24 (per approfondimenti https://it.wikipedia.org/wiki/Parchi_nazionali_d%27Italia e http://www.minambiente.it/pagina/elenco-dei-parchi).
Sono nati ognuno in un'epoca diversa, alcuni quasi 100 anni fa: ma la legge n° 394/91 (legge quadro sulle aree protette) aveva previsto che ogni parco nazionale si sarebbe dovuto dotare a breve di un regolamento e di un piano come strumenti di gestione: il regolamento stabilisce gli interventi che si possono realizzare nelle aree protette, mentre il piano definisce le zone del parco e i vari livelli di tutela . Ebbene, a distanza di 25 (venticinque!!) anni solo il Parco Nazionale dell'Asinara (http://www.parcoasinara.org/) si è dotato di un regolamento, arrivato col decreto n° 230 del 29/07/2015, entrato in vigore lo scorso mercoledì 04/05/2016 e che avrà effetto dal prossimo 19 luglio...Tutti gli altri ne sono ancora privi! Per quanto riguarda i piani, va un po' meglio: sono infatti 8 i parchi che se ne sono provvisti (Asinara, Aspromonte, Vesuvio, Foreste Casentinesi, Cilento, Arcipelago Toscano, Majella e Alta Murgia, mentre quello delle Dolomiti Bellunesi è scaduto ed è in fase di aggiornamento).
Tale situazione si è venuta a creare a causa del meccanismo di approvazione degli strumenti di gestione che si presenta particolarmente macchinoso, anche per le varie e numerose figure che vi intervengono (Ministero dell'Ambiente, Regione, Provincia, Comuni, Comunità del Parco, eventualmente Consiglio di Stato e Consiglio dei Ministri, come è successo per il Parco dell'Asinara, per il quale ci sono voluti ben 5 anni e mezzo di iter!!!): effettivamente, un po' troppo. Per non parlare del caso emblematico del Parco del Gennargentu, in Sardegna, istituito nel 1998 e rimasto però sempre sulla carta!!!
Certo, i parchi nazionali stanno funzionando anche senza gli strumenti di gestione, ma la loro operatività è limitata ed esposta a contenziosi e polemiche perché sono proprio il regolamento e il piano che evitano ogni diatriba.
I parchi nazionali meritano maggiore rispetto, soprattutto per l'incredibile patrimonio ambientale e paesaggistico del nostro paese.
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