giovedì 15 febbraio 2007
Recenti ricerche effettuate dall'Istituto di Biologia Artica all'Università di Fairbanks (Alaska) hanno rivelato che il disgelo continuo dei ghiacci polari nelle terre emerse sta liberando in atmosfera grandi quantità di metano rimaste finora intrappolate sotto i ghiacci! Il metano, ahimè, è un gas serra molto più "efficace" (per favorire l'effetto serra!) dell'anidride carbonica ed anche piccole variazioni quantitative di tale gas possono portare a notevoli variazioni termiche sulla Terra. Da anni gli scienziati studiano il comportamento del cosiddetto permafrost, un tipo di terreno che ha la caretteristica di avere temperature sempre sottozero (e quindi sempre gelato), il chè gli permette di mantenere surgelati al suo interno per millenni organismi vegetali ed animali: al momento del disgelo, si innescano dei processi di decomposizione del materiale organico intrappolato che portano alla formazione del gas metano (in ingenti quantità). (Ricordiamo anche che molti fabbricati sono stati costruiti sul permafrost, ed il suo disgelo sta comportando gravi rischi di stabilità ai fabbricati stessi). Pertanto, il riscaldamento globale potrebbe innescare dei processi noti col nome di "feedback positivo", ovvero un effetto che accentua la causa da cui ha origine: l'effetto serra fa aumentare la temperatura, questa intensifica lo sciogliemento dei ghiacci che a sua volta consente di liberare in atmosfera gas metano, che non fa altro che incrementare l'effetto serra stesso! Secondo le ultime stime, il permafrost si estende per circa 22.000.000 di kmq (circa il 24% delle terre emerse dell'emisfero nord): il suo contributo di gas metano all'atmosfera terrestre sarebbe pesantissimo! Insomma una serie di reazioni a catena che l'uomo ha probabilmente innescato e che difficilmente ora è in grado di fermare: si è tirato la zappa sui piedi...
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1 commento:
Alè.....ci mancava solo in permafrost!!!! Bene non cambia niente, ci resta solo un po' meno di tempo no?! :)
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