martedì 17 luglio 2007

Energia nucleare: il terremoto in Giappone ci insegna che...

Un violento terremoto ha colpito ieri alle ore 10:13 locali la provincia di Niigata, nella parte centro-occidentale del Giappone, con una scossa fortissima di 6,8 gradi Richter, una delle più forti registrate in terra giapponese negli ultimi anni: a questa è seguita (12 ore dopo) una scossa di assestamento forte quasi quanto la prima, ovvero 6,6 gradi Richter! Il bilancio è grave: 9 morti, circa 1000 feriti, danni ingenti e danneggiata... la centrale nucleare di Kashiwazaki, la più grande del mondo.... L'efficienza giapponese nel campo della sicurezza sismica non ha eguali nel mondo e lo dimostrano le cifre: a Tokyo nel 1923 un terremoto causò ben 142.000 morti, nel 1995 a Kobe i morti furono 3.400, nel 2004 in questa stessa zona vi furono 67 morti ed oggi soltanto 9 (eppure sono stati tutti terremoti molto forti). Non si è trattato di fortuna questa diminuzione di vittime, ma il risultato di una lunga serie di investimenti in ricerca scientifica, misure antisismiche e addestramento costante della popolazione. Tuttavia qualche pecca la si nota proprio nel campo nucleare: si parla tanto in questi ultimi tempi di tornare al nucleare come energia "pulita" in quanto non emette CO2 nonchè di energia ormai non più pericolosa. Beh, su quest'ultimo punto c'è da obiettare visto quanto successo ieri nel sicurissimo Giappone. Colpisce soprattutto il fatto che la società Tokyo Electric (proprietaria della centrale) abbia cercato prima di tacere l'incidente, poi (quando non vi è riuscita) ha minimizzato sulle fughe avvenute (subito si parlava di un litro e mezzo d'acqua radioattiva fuoriuscita in mare...), oggi si è venuto a sapere che circa 100 fusti contenenti sostanze radioattive presenti nella centrale sono ora senza coperchio e c'è il rischio concreto che vi siano state delle ingenti fuoriuscite: ora stanno analizzando. Tutto questo mette in evidenza quanto ancora sia pericolosa una centrale atomica (e credo sempre lo sarà...): basta un terremoto (per quanto forte) e c'è il serio rischio di danneggiamento di una centrale e di contaminazione! Il Giappone dispone oggi di 55 centrali nucleari (che gli forniscono 1/3 della sua energia), tutte costruite su suoli altamente sismici: i reattori sono sì i meglio protetti del mondo, ma i trasformatori elettrici non reggono ai terremoti più forti ed un loro incendio può rapidamente contagiare altre strutture, proprio come successo ieri. Il problema è che molte nazioni di tutto il pianeta si stanno affidando al nucleare per combattere l'effetto serra (!): attualmente ci sono sulla Terra 435 centrali nucleari già attive, 28 sono in costruzione, 64 sono già state approvate e 158 sono allo studio (con buona probabilità di essere approvate...). Le stanno facendo gli USA, la Cina, l'India, l'Iran, il Pakistan: si tratta per la maggior parte di paesi che non hanno ancora la cultura della sicurezza e della prevenzione come quella giapponese (anzi...), e se in Giappone è successo questo figuriamoci lì... E' condivisibile la linea antinucleare seguita dall'Italia, ma questo può risultare vano vista la vicinanza delle 59 centrali nucleari francesi...(la Francia dipende per il 78% della sua energia dal nucleare). Purtroppo siamo arrivati ad un punto di non-ritorno: il petrolio sta salendo alle stelle e presto inizierà il suo esaurimento, il carbone è ancora ben disponibile (e fa funzionare la maggior parte delle centrali elettriche) ma è responsabile di ingentissime emissioni di CO2, i biocarburanti andrebbero bene se non togliessero terre coltivabili a popolazioni che sono già ridotte alla fame, purtroppo si investe poco su eolico e solare (e non si capisce il perchè...), e intanto la Terra ha un bisogno sempre maggiore di energia che non sa più dove trovare. I governi si trovano così impreparati a questa domanda ed ecco che molte nazioni si sono affidate al nucleare, anche se personalmente penso che lo abbiano fatto più per convenienza che per la lotta alle emissioni di CO2... Il rischio nucleare è così elevato che mi vengono i brividi solo a pensarci: ho ancora ben vivo il ricordo di Chernobyl (e credo anche molti di voi), una strage che nel 1986 causo 200.000 vittime e 336.000 sfollati... Possibile che sia l'unica via percorribile? Forse è quella che frutta di più...

1 commento:

Andrea ha detto...

Paghiamo il prezzo di una scelta avventata. Dire di no al nucleare è stato un errore di proporzioni gigantesche, una scelta dettata da ignoranza e ipocrisia. Francia, Slovenia e Svizzera dispongono di reattori nucleari, siamo quindi ugualmente esposti al pericolo.

Dopo Chernobyl non si sono verificati incidenti significativi eppure il nucleare fa ancora paura e l'Italia preferirebbe tornare al carbone, una follia senza precedenti.

Del resto, siamo pur sempre il Paese ostile alle pale eoliche, in quanto deturpano l'ambiente (mentre il carbone non fa danni, e l'idroelettrica è sempre più performante con il diminuire delle piogge).

Energia fotovoltaica? Neanche a parlarne, ci sono incentivi straordinari, forse senza eguali in nessun Paese dell'Unione Europea, eppure i cittadini non sono informati per nulla.