martedì 17 luglio 2007

Petrolio e gas: scoppia la guerra dei tubi!

Traggo spunto da un editoriale apparso sull'inserto "Il Venerdì" del quotidiano La Repubblica del 13 luglio 2007, realizzato dal giornalista Angelantonio Rosato: editoriale molto interessante centrato sulla nuova "guerra" Usa-Urss che in passato era incentrata su missili e testate nucleari,oggi invece sulle pipeline, ovvero i tubi che trasportano petrolio e gas, e tutto questo per poter ottenere il controllo delle sfere d'influenza. Il problema in sostanza è dove far passare queste pipeline che dalla Russia e dall'Asia trasportano petrolio e gas verso l'Europa e gli USA... Il nocciolo del problema non è solo accaparrarsi questi prodotti, ma anche trasportarli in maniera pratica ed economica fino al paese di consumo, controllando quindi sia il paese acquirente sia il paese fornitore! Attualmente sono due le pipeline che partono dalla Russia e sono dirette verso l'Europa: quella bielorussa-polacca a nord e quella che attraversa l'Ucraina a sud. Negli ulktimi 2-3 anni (soprattutto d'inverno) sono sorti molti problemi legati ai contrasti tra il governo russo e quello dei paesi di transito (come l'Ucraina) con risvolti negativi sugli stessi fornimenti di gas: per questo si sta pensando alla realizzazione di due progetti alternativi a questi esistenti. Il primo si chiamerà "North European Gas Pipeline": nato da un accordo tra Putin e Schroder, si tratta di un gasdotto sottomarino (passerà sotto il Mar Baltico) che collegherà la Russia (da Vyborg) alla Germania (a Greifswald), con possibile estensione a Olanda, Danimarca e Gran Bretagna, con lo scopo principale di evitare il passaggio tramite Bielorussia e Polonia. Il secondo si chiamerà "South Stream": nato da un accordo tra Eni e Gazprom..., si tratta di un gasdotto sottomarino che partirà dal Turkmenistan, percorrerà 900 km ad oltre 2.000 metri di profondità nel Mar Nero e riaffiorerà sulla costa bulgara diramandosi in due tronconi (uno verso Austria e Slovacchia attraversando Romania e Ungheria, l'altro verso Grecia e Albania arrivando in Italia dal Golfo di Otranto), con lo scopo di evitare il passaggio tramite l'Ucraina (fornirà 30 miliardi di mc di gas all'anno). Si tratta di due gasdotti costosissimi, contrastati da molte opposizioni locali ma spalleggiati dagli USA (naturalmente...) ma anche dalla nostra cara Unione Europea (che parla di politica energetica comune...): si tratta di una vera e propria battaglia tra super-potenze per controllare le riserve di combustibili fossili. Alla faccia della lotta all'inquinamento e all'effetto serra, alla faccia dell'impegno promesso (e mal realizzato) delle energie rinnovabili, alla faccia dell'impegno ad abituare la popolazione a fonti di energia alternative ai combustibili fossili: ci stanno praticamente prendendo in giro, governi e multinazionali stanno solo cercando di accaparrarsi quel che ormai resta di queste riserve di petrolio e gas metano. Loro si stanno arricchendo a dismisura, stanno progettando il loro futuro dorato ma stanno distruggendo quello del nostro pianeta. Fiumi di parole sono usciti da troppe bocche per poter coprire questa nefandezza. Ma arriverà il momento che si esauriranno questi maledetti petrolio e gas metano, eccome se arriverà: non aspetto altro! E quando accadrà, cosa ci diranno?

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