martedì 17 luglio 2007
Poche settimane fa pubblicai un articolo relativo ad un rapporto internazionale sull'ambiente secondo il quale ogni anno in Cina muoiono 750.000 persone a causa dell'inquinamento. Scrissi anche che il governo comunista cinese tentò di censurare questa notizia affinchè non giungesse al popolo cinese. Ma due mesi fa è uscito uno studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità secondo il quale ogni anno in Italia muoiono 100.000 persone per "cause ambientali". Facendo due conti, si scopre però che la popolazione cinese è 22 volte superiore a quella italiana, quindi in rapporto è molto più alta la percentuale di morti per inquinamento in Italia: il paradosso sta nel fatto che il governo italiano non ha fatto nessuna pressione affinchè non si pubblicasse questa notizia, per il semplice fatto che non importa a nessuno! Ha ragione Curzio Maltese de La Repubblica ad affermare nel suo articolo intitolato "E in ecologia ci dà lezioni anche la Cina" (apparso sull'inserto "Il Venerdì" del 13 luglio 2007) che tale situazione porta a trarre due conseguenze: una è che la rivoluzione industriale cinese sta producendo un costo sociale ben inferiore a quello prodotto dalle rivoluzioni industriali occidentali, l'altra è che dell'ambiente e del nostro paese agli italiani importa poco o nulla. Ha perfettamente ragione! Ha ragione nel ricordare che Veltroni è stato il primo leader in 60 anni di storia repubblicana che ha messo l'ambiente in testa all'agenda politica. E non poteva fare altrimenti dopo gli scempi e la vera e propria catastrofe ecologica che ha colpito l'Italia negli ultimi anni nella piena indifferenza dell'opinione pubblica, dei media e della classe politica. Senza andare tanto lontano, credo che il quinquennio Berlusconi sia stato di gran lunga il peggiore (e non solo in campo ambientale...): una lunga serie di condoni ha favorito abusivismo e colate di cemento, costruzioni di ogni tipo in ogni tipo di luogo, aree industriali a dismisura (vedi Veneto e Lombardia). Infatti, per la destra la distruzione dell'ambiente è segno di vitalità dell'economia: ha ragione Ennio Flaiano a dire che "Fra tutte le invasioni straniere dell'Italia, la più rovinosa è stata quella degli italiani". Ci preoccupiamo dei metodi di governo degli altri paesi e non del nostro: protestiamo contro l'inquinamento in Cina e, per paradosso, otteniamo anche qualche risultato positivo. Infatti, il governo cinese ha da poco regolarizzato lo sfruttamento delle cave di marmo cinesi (fortemente inquinanti) e questo ha spinto i capitalisti cinesi a comprare cave in paesi meno attenti all'ecologia e all'ambiente (sarà per questo che oggi quasi tutte le cave di marmo del Veneto sono di proprietà cinese)!!! E continuo a non darmi pace per come, dopo il quinquennio Berlusconi, ancora il 50% della popolazione lo abbia votato alle politiche del 2006 (e oggi la percentuale sarebbe ancora più alta...): questo conferma quanto dice Curzio Maltese (col quale concordo perfettamente), ovvero che dell'ambiente e del nostro paese agli italiani importa poco o nulla!
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