venerdì 6 luglio 2007

Questa Italia di cemento!

E' il titolo (provocatorio ma realistico!) di un interessante (e da parte mia pienamente condivisibile) articolo sulla difesa del paesaggio e sulla speculazione edilizia in Italia, curato dal giornalista Alberto Asor Rosa e apparso sul quotidiano La Repubblica di mercoledì 4 luglio 2007. Durante il "Convegno di Legambiente sul Paesaggio Italiano" il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, durante l'esposizione di una serie di dati e grafici ha denunciato un fatto che lascia davvero sbalorditi: solo negli ultimi 10 anni l'incremento edilizio in Italia è stato pari a ben 53 mc per ogni cittadino italiano!!! Il ministro Rutelli l'ha giustamente denominata "alluvione cementizia", frutto dell'incuria e del disinteresse (ma sarebbe più giusto dire dell'interesse) di amministrazioni regionali, provinciali e comunali: tutto questo è successo indistintamente che si trattasse di governi nazionali o amministrazioni di centro-sinistra o di centro-destra. Su questo, stranamente, erano tutti d'accordo!!! Ma i cittadini italiani negli ultimi anni si stanno muovendo: ne è la prova la gran quantità di comitati che stanno nascendo dal raggruppamento di vari cittadini per prostestare contro progetti scellerati per la costruzione di strade, villaggi, aree residenziali ed industriali senza alcun criterio paesaggistico, l'importante è intascare... Molti comitati sono sorti soprattutto in Toscana, Veneto, Liguria ed Umbria: unendo tutte le proteste presentate si otterrebbe una mappatura dell'intero territorio nazionale in cui sarebbero indicate tutte le nefandezze approvate, le manomissioni del territorio, le inesattezze urbanistiche e gli scempi edilizi in nome del famigerato "mattone"! Per fare un esempio, citiamo i dati forniti dal "Comitato per la Bellezza" presiduto da Vittorio Emiliani: tra il 1999 ed il 2003 la sola regione Toscana ha perso 169.000 ettari di territorio (boschivo-agricolo) per far posto a case, stabilimenti industriali ed infrastrutture, con un'erosione del 10.2% della sua superficie territoriale! Comunque nelle altre regioni italiane la situazione non è delle migliori (vedi la saturazione di capannoni presenti nel Veneto!!!): tutto ruota attorno al mattone, l'importante è costruire, costruire, costrire, perchè così (secondo gli addetti ai lavori) si fa girare l'economia (e si riempiono le tasche)... Che ne frega a loro di salvaguardare quel che resta del nostro ambiente: probabilmente dimenticano che minori foreste-boschi corrispondono ad un minore assorbimento della CO2 emessa proprio dagli stabilimenti industriali, dai riscaldamenti delle abitazioni e dai veicoli che percorrono le nuove infrastrutture; probabilmente si dimenticano anche che più superficie cementata corrisponde a minore superficie di terreno permeabile in grado di assorbire le sempre più violente pecipitazioni e quindi un maggior rischio idrogeologico per alluvioni, frane, ecc... Soldi, soldi, soldi: l'importante è costruire. C'è veramente in atto uno stupro del territorio, senza freno. E' certamente importante l'apporto che alcuni cittadini italiani stanno dando alla protezione ambientale con le loro proteste ed i loro comitati: c'è però da dire che con simili proteste si riesce a risolvere solo alcune problematiche locali (sempre che ci si riesca...), ma per instaurare un cultura ambientale a livello nazionale servirebbe un potere decisionista da parte dei vertici che purtroppo ancora manca. Qualcosa ora si muove: Salvatore Settis è stato presidente nei mesi scorsi della Commissione Ministeriale incaricata per stendere il nuovo Codice del Paesaggio, del quale non si conoscono ancora i contenuti ma che speriamo sia restrittivo quanto basta per impedire agli amministratori di vario grado di continuare a fare i furbetti...

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