domenica 16 settembre 2007

Cambiamento climatico: Adriatico in pericolo!

L'allarme parte da Silvio Greco, coordinatore scientifico dell'ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologia Applicata al Mare): nel corso del 2003 una piccola corrente sottomarina, la Corrente del Golfo di Trieste, si è fermata e questo potrebbe avere conseguenze disastrose per il Mare Adriatico. La colpa di questo inceppo è del riscaldamento globale che sta portando un aumento consistente delle temperature medie sull'Europa: la bora durante l'inverno non riesce più a raffreddare a sufficienza il mare e dunque non si attiva più il meccanismo che porta al rimescolamento dei vari strati dell'Adriatico. Le acque rimangono infatti troppo calde per potersi inabissare: mancando un differenziale termico tra lo stato superficiale del mare e quello più profondo, di conseguenza rallenta il meccanismo che provoca il rimescolamento delle acque. Ciò comporta una stagnazione delle acque ed una delle conseguenze già riscontrate è il proliferare delle alghe e della mucillaggine: quest'ultimo è un fenomeno estivo che negli ultimi anni ha però sempre anticipato i tempi fino ad apparire quest'anno addirittura il 21 gennaio!!! Inoltre la mancata risalita dei nutrienti dai fondali marini (causa il mancato rimescolamento delle acque) sta provocando un crollo delle microalghe che sono la base della catena alimentare, con una moria crescente di pesci. Inoltre, meno cibo e più caldo vuol dire anche minore capacità di assorbimento di anidride carbonica, che dunque rimane in maggiore quantità nell'atmosfera aumentando l'effetto serra: si calcola che ogni ciclo di scompenso dell'Adriatico fa accumulre in atmosfera l'anidride carbonica che si libera quando bruciano 5.000 ettari di bosco!! Praticamente l'Adriatico rischia di fare la fine del Mar Nero, un mare praticamente chiuso e della profondità di 150 metri che sta lentamente morendo. Lo stesso Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio lancia l'allarme: si è innescato un processo con conseguenze potenzialmente devastanti. Lo stesso ministro ha avvertito che non si dovrà assolutamente sprecare denaro pubblico per costruire gigantesche macchine per far circolare l'acqua dell'Adriatico, come già qualcuno aveva pensato...: bisognerà invece puntare solo sulla natura, ovvero calibrare l'attività umana per aiutare il mare. Per fare questo ci vorranno fiumi più puliti e più abbondanti d'acqua e una pesca intelligente che aiuti il processo di riequilibrio. Anche se l'impresa sarà ardua...

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