lunedì 26 novembre 2007
Venerdi 23 novembre 2007 è morto a Miami all'età di 90 anni lo scienziato HERBERT SAFFIR, chiamato anche "l'uomo degli uragani" in quanto fu colui che nel 1969 ideò, assieme al collega Robert Simpson, il primo sistema di misurazione dell'intensità dei cicloni tropicali, chiamato appunto la "scala Saffir-Simpson". La sua specializzazione nel campo della meteorologia culminò con uno studio estremamente approfondito di uragani, tifoni, cicloni e tempeste tropicali che lo impegnò per decenni. Il suo duro lavoro fu sempre condiviso dallo scienziato e amico Robert Simpson, che insime arrivarono a mettere a punto una scala graduata articolata in cinque categorie per la misurazione dell'intensità degli uragani. La scala viene calcolata in base alla velocità massima raggiunta dal vento all'interno del vortice ciclonico e fornisce una misura empirica dei danni che possono essere provocati dal passaggio di quei mostri tropicali. Nel dettaglio la scala Saffir-Simpson considera "uragano" un sistema depressionario i cui venti vanno da una velocità minima di 64 nodi (circa 120km/h) corrispondente alla "categoria 1" e si chiude con la massima forza i cui valori di vento potenzialmente sono superiori a 134 nodi (250 km/h) corrispondente alla "categoria 5". Eventi di intensità inferiore, con il vento che va da un minimo di 34 nodi (circa 60 km/h) ad un massimo di 64 nodi (circa 120 km/h), vengono classificati come "tempeste tropicali" mentre vortici con vento fino ad un massimo di 34 nodi (circa 60 km/h) sono denominati "depressioni tropicali". Le varie categorie di classificazione, qualora vengano riscontrate in un sistema depressionario posto a latitudini tropicali, rappresentano spesso stadi successivi che portano allo sviluppo di un uragano. L'importanza della scala Saffir-Simpson, oltre al sistema di osservazione empirico valido da un punto di vista statistico-scientifico, è fondamentale poichè di enorme aiuto alle autorità sia per valutare i provvedimenti da adottare in caso di pericolo imminente sia per impostare piani di emergenza a favore delle popolazioni minacciate ma anche per calcolare l'entità dei danni subiti dai territori una volta che sono stati colpiti.
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