martedì 5 giugno 2007
Nonostante il pericolo lanciato nel mio precedente articolo (allarme petrolio per il Mediterraneo) e la presenza di raffinerie e porti petroliferi lungo le coste italiane, risulta che il 91.3% delle acque costiere italiane è balneabile (anche se è aumentata dell'1.15% rispetto allo scorso anno la costa non balneabile). Si tratta dei risultati ottenuti dal monitoraggio gestito dalle agenzie Arpa e dalle aziende sanitarie su 5.410 km di coste controllate (su un totale di 7.375 km). Al top il Friuli Venezia Giulia col 100% di coste balneabili, seguono il Molise (98.1%), la Toscana (98.0%), la Liguria (97.6%), la Basilicata e l'Emilia Romagna (97.3%). Le regioni con più coste non balneabili sono risultate invece il Lazio (21%), la Campania (19.9%), il Veneto (10.8%) e la Calabria (10.1%). C'è però da dire che le coste italiane misurano complessivamente 7.375 km: di questi 4.941 (su 5.410 analizzati) sono risultati balneabili e 469 vietati per inquinamento, bisogna vendere se sui restanti 1.965 km di costa (inaccessibili per vari motivi) le acque sono così pulite. A proposito di coste italiane, finalmente è stata posta fine (si spera...) ad una delle storie italiane più assurde: quella delle spiagge non accessibili liberamente, un fatto che non aveva eguali al mondo! Nell'ultima Finanziaria 2007 del governo Prodi, all'art. 1 comma 251 della Legge n° 296/2006, si stabilisce che: "E' fatto obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione". Il provvedimento è stato approvato dal Parlamento lo scorso 27 dicembre e dunque è già legge di stato. Per cui, ricordatevi che avete il diritto di entrare GRATIS in qualsiasi stabilimento per raggiungere il mare nella via più breve; la battigia (la striscia di 5 metri lungo la riva) è sempre libera dalle concessioni e chiunque può sostarvi; se lo stabilimento è chiuso, nessuna legge permette di impedire l'acceso al mare fuori stagione; in caso di problemi, segnalarli subito alla Capitaneria di Porto, al Comune o alla Polizia. E' in arrivo intanto il "Manuale di autodifesa del bagnante", preparato dai Verdi, che vi informerà su ogni dubbio (c'è anche il numero verde 800.610.203). Ricordate che nessun stabilimento deve farvi pagare il biglietto per poter accedere alla riva: in fin dei conti i loro ricavi sono già elevati (per fare alcuni esempi: lo stabilimento "Maestrale" di Rimini nel 2004/2005 ha pagato un canone di concessione di € 7.500 con ricavi dichiarati per € 121.000, lo stabilimento "Venezia" di Ostia ha pagato un canone di € 15.300 con un ricavo dichiarato di € 906.000 mentre lo stabilimento "Twiga" di Marina di Pietrasanta ha pagato un canone di € 4.447 con un ricavo dichiarato di € 3.300.000....). Non male, vero?
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