martedì 17 luglio 2007
Quello dell'acqua minerale è diventato un mercato davvero vasto, ma ora è in atto una vera e propria battaglia contro l'acqua minerale in bottiglia, visto che molte città del pianeta stanno consigliando i cittadini di bere quella del rubinetto. Lo scopo è quello di dare un contributo alla lotta contro l'inquinamento atmosferico: vi domanderete cosa c'entra, eppure... In un anno si vendono nel mondo 154 miliardi di litri di acqua minerale: per produrre le bottiglie necessarie a contenerla servono 2,5 milioni di tonnellate di plastica ottenuta con 81 milioni di petrolio e con 600 miliardi di litri di acqua (necessari per lavorare la plastica). In pratica per bere 154 miliardi di acqua ne servono quattro volte tanta per produrre le sue bottiglie!!! Un vero paradosso... Per non parlare del trasporto: per trasportare 10.000 bottiglie d'acqua da 1,5 litri un camion consuma 1 litro di gasolio ogni 4 km; ipotizzando una percorrenza media di 1.000 km il consumo di gasolio sale a 250 litri, ovvero 25 cm cubici di gasolio per ogni bottiglia trasportata! Moltiplicando 25 cm cubici di gasolio per 190 (ovvero il numero di bottiglie che un italiano beve in media in un anno) risulta che per 1 bottiglia di acqua minerale al giorno occorrono 4,75 litri di gasolio all'anno!!! E non è ancora finita: e i vuoti? Le bottiglie di plastica vengono bruciate negli inceneritori dove producono acido cloridico, metalli pesanti e diossine, mentre 1/3 del materiale rimane sotto forma di cenere: 30 bottiglie di plastica rilasciano in atmosfera 40 grammi di idrocarburi, 25 grammi di ossidi di zolfo, 18 grammi di monossido di carbonio e 2-3 kg di anidride carboinica!!! Tra l'altro dal 1978 al 2006 in molti paesi (tra cui USA ed Italia) il consumo dell'acqua in bottiglia è aumentato del 2000%...: si tratta di un business da 100 miliardi di dollari all'anno che continua a crescere. Si è arrivati a questo perchè si continua a pensare che le acque delle sorgenti (da cui si ricava quella delle bottiglie) siano sempre più pure di quelle delle altre riserve idriche: ma non è così. Anzi, da analisi effettuate risulta che le acque pescate dai pozzi municipali a centinaia di metri di profondità non presentano gli inquinanti che possono invece avere quelle di sorgente! Non si vuole far credere che l'acqua della bottiglia è meno buona, ma solo che per produrre una bottiglia di plastica si produce anche inquinamento. Pensare che una volta era florido il mercato dell'acqua in bottiglia di vetro: almeno quelle si riciclavano... Alcune aziende hanno promesso che prossimamente impiegheranno per le bottiglie materiali biodegradabili: probabilemnte sono spaventate dalla chiusura delle sorgenti visto che per loro sono una miniera d'oro. Infatti in Italia oltre al problema dell'inquinamento per produrre, inscatolare e trasportare le bottiglie d'acqua, c'è anche quello delle concessioni per lo sfruttamento delle sorgenti, che le Regioni praticamente regalano alle grandi industrie che imbottigliando l'acqua hanno creato un giro d'affari di 2 miliardi di euro all'anno! Sempre di soldi insomma si parla... Ad esempio, in Abruzzo per accaparrarsi una sorgente si paga una somma annua di 2.582,88 euro per le acque minerali e di 1.291,14 euro per le acque di sorgente, mentre in Puglia ogni 10.000 metri quadrati di concessione si paga 1,03 euro (sì, avete letto bene!)!!! Cifre assurde che influiscono minimamente sui costi: in Toscana, le diverse aziende che lavorano in tale mercato pagano circa 197.000 euro all'anno di concessioni con un ricavo di 75.000.000 di euuo, per cui la metaria prima pesa sul fatturato per appena lo 0.25%!!! Ma allora, come si giustifica il prezzo così alto di molte acque minerali? Beh, il 70% del ricavato finisce in pubblicità e solo il 30% nella produzione della bottiglia d'acqua. E' un controsenso vivere sempre nello spettro della siccità e poi scoprire che c'è un mercato così florido e vasto per speculare sull'acqua stessa: mi è venuta voglia di acqua di rubineto...
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