giovedì 19 luglio 2007
Lo aspettavamo da tanto tempo (almeno io), dopo tanti anni (e tanti governi!) di incuria del nostro territorio. Si tratta di un disegno di legge costituito da 9 articoli presentato dalla senatrice dei Verdi Loredana De Pretis per salvaguardare tutte quelle zone del territorio nazionale che sono a rischio degrado e che sono dunque da valorizzare, in particolare per la tutela e la valorizzazione del paesaggio rurale (in questo ha trovato l'appoggio di Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura): si tratta di 19 aree nazionali ovvero le campagne valdostane, la Lomellina, il Collio, le Langhe, le Cinque Terre, la Val Pusteria, la Val d'Itria, la Valpolicella, la campagna forlivese, Montefeltro, la Val d'Orcia, Amerino, Navelli, i Monti Lepini, la costiera amalfitana, il Metapontino, la Piana di Gioia Tauro, il tavolato dei Monti Iblei e Abbasanta. Il disegno di legge è stato doveroso per alcuni dati allarmanti pervenuti recentemente: dal 1990 al 2003 la superficie agricola nazionale è diminuita del 20.4%, passando da 15 milioni di ettari a poco più di 12 milioni (ben 3 milioni di ettari sono stati infatti cementificati per abitazioni e capannoni oppure degradati o addirittura desertificati)!!! L'allarme ambientale è arrivato da più parti in questi ulimi mesi, da politici, scrittori, poeti attenti al proprio paese (purtroppo sono in pochi...). Non si tratta solo di una questione estetica o ecologista, ma sono in gioco molti fattori per la salvaguardia del nostro territorio: i beni artistici, gli interessi economici, la produzione alimentare e l'industria del turismo, cercando di concigliare queste cose senza arrecare distruzione al nostro ambiente (cosa che il quinquennio Berlusconi non ha fatto, anzi la deturpazione che si è verificata in quel periodo credo sia stata una delle peggiori, o la peggiore, della storia repubblicana!). Purtroppo la nostra destra considera la cementificazione come simbolo di vitalità dell'economia (e ne abbiamo avuto la prova): ora si cerca di valorizzare il paesaggio rurale puntando comunque sullo sviluppo economico e territoriale ma alternativo, come la diffusione degli agriturismi, lo sviluppo della produzione agricola e dell'artigianato alimentare. Nel disegno di legge sono previste alcune modifiche al "Codice dei beni culturali e del paesaggio" per inserire tra le aree protette anche i territori che supportano l'agricoltura tipica e di qualità (ovvero quella con i prodoti a denominazione d'origine, in particolare vigneti e coltivazioni biologiche): si vuole quindi tutelare al meglio i 159 riconoscimenti comunitari già assegnati a DOP, i 477 vini nazionali di qualità e il circa milione di ettari adibito a produzioni biologiche certificate. Quindi anche la protezione dell'ambiente può essere un business e una fonte di ricchezza, una sorta di "capitalismo naturale" svolto con intelligenza e con rispetto per il territoio nazionale: altrochè speculazione edilizia e distruzione del territorio! Basta capannoni, per favore (vedi Veneto)!!!
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