martedì 23 ottobre 2007
Un mio articolo di alcune settimane fa trattava della gigantesca nube "tossica" che periodicamente ricopre l'Asia sud-orientale, creata dagli scarichi industriali e dal fumo proveniente da fuochi domestici ed incendi. Ora il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ne ha scoperto una analoga, anche se di dimensioni molto più piccole, sopra la nostra Valpadana, soprannominandola "Po Valley Brown Cloud", ovvero la nuvola bruna della Valle del Po. Il CNR ha scoperto la nube dalla base di rilevamento nel Centro del Monte Cimone dell'Aeronautica Militare (cima più alta dell'Appennino Settentrionale): il CNR è appena entrato a far parte della rete di monitoraggio denominata "Share", specializzata nelle osservazioni delle nuvole brune nel mondo, mentre le sue altre 7 stazioni per il rilevamento ad alta quota si trovano in Nepal, Uganda e Pakistan (quella che "segue" la nube asiatica è appostata a 5.000 metri di quota sul Monte Everest). Facciamo un confronto tra le due nubi (quella asiatica e quella padana): quella asiatica si estende tra l'Oceano Indiano, parte dell'India e la Cina Meridionale, mentre quella padana (molto meno estesa) ricopre tutta la Valpadana ad esclusione della costa adriatica interessata dalle brezze marine (è responsabile dei cieli lattiginosi invernali...); quella siatica ha uno spessore che arriva fino a 3 km da terra mentre quella padana arriva al massimo fino a 500 metri da terra; quella asiatica si forma da novembre fino a marzo-aprile (si dissolve con l'arrivo dei monsoni) mentre quella padana interessa tutto l'inverno (soprattutto durante i lunghi periodi di siccità e di nebbia); quella asiatica è prodotta da inquinamento urbano ed industriale e dalla combustione di materiali poveri per il riscaldamento (come legna o sterco essicato), mentre quella padana è prodotta da scarichi di autoveicoli, di industrie, di riscaldamento, di prodotti irrorati in agrioltura, da ceneri di incendi e anche da sabbia sahariana. La nube italiana si forma facilmente in quanto la Valpadana ha la forma di un catino, in cui si raccolgono tutti gli inquinanti: la sua "sfortuna" è quella di essere circondata da montagne su tre lati (Alpi a nord e ad ovest e Appennini a sud) e questo non consente un facile ricambio d'aria (bisogna solo sperare nei venti da est). C'è anche da dire che è una delle zone a più alta concentrazione industriale d'Europa, nonchè densamente popolata e sfruttata. Certamente la nube asiatica è molto più velenosa: contiene nitrati, solfati, ozono, anidride carbonica e black carbon (ovvero il residuo dei processi di combustione). Si tratta di sotanze finissime (della grandezza di un micron, cioè un milionesimo di metro) molto pericolose per la salute (in quanto non vengono trattenute dai peli del naso) e per l'ambiente: lo schermo causato da queste sostanze riduce la quantità di energia solare che raggiunge il suolo la quale viene così assorbita dall'atmosfera riscaldandola ulteriormente. Ciò si verifica anche in Valpadana, dove la perdita di raggi solari è di circa il 10%. Non siamo quindi ai livelli asiatici, ma di certo l'aria che respiriamo noi padani non è così pulita, anzi... (vedi le concentrazioni di PM10 nelle citta)!
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