4° CONGRESSO NAZIONALE DEL PO
- urbanizzazione eccessiva ed incontrollata, soprattutto in vicinanza delle sue sponde;
- scarichi fognari non controllati e non depurati;
- sistemi agrozootecnici intensivi sempre più diffusi;
- utilizzo senza misura delle sue acque per agricoltura, produzione di energia elettrica, ecc...: il bacino del Po sopporta il carico di 114 milioni di "abitanti equivalenti" e su di esso sono state rilasciate concessioni idriche per 1.840 mc/sec a fronte di una portata media disponibile di 1.450 mc/sec!;
- scarichi di fitofarmaci sfuggiti ad ogni controllo: in esso si scarica quasi il 30% dei fitofarmaci distribuiti in Italia (156.398 tonnellate secondo i dati ISTAT di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna);
- perdita delle biodiversità: delle 50 specie ittiche autoctone italiane solo il cavedano non è in pericolo o a rischio di estinzione;
- siccità sempre più intense che ne fanno mancare una buona parte della sua portata idrica ormai per buona parte dell'anno.
Non si può permettere che il fiume più importante d'Italia corra il rischio di essere distrutto: ecco perchè Legambiente e WWF si sono mosse insieme per ottenere l'approvazione di un progetto complessivo di rinaturazione e riqualificazione paesaggistica, soprattutto per ridurre al minimo il rischio idrogeologico e per mantenere un buono stato ecologico nel fiume. Stefano Ciafani (responsabile scientifico di Legambiente) e Andrea Agapito (responsabile acqua del WWF) sono soddisfatti dell'ottimo lavoro svolto finora dalle "Provincie del Po" che, insieme all'Autorità di Bacino, hanno richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica, del Governo, delle Regioni e dell'Unione Europea per creare un progetto condiviso. Un altra richiesta di Legambiente e WWF è che l'Autorità di Bacino debba, dopo un'attenta valutazione del bilancio idrico, attuare un "Piano di Gestione del Bacino Idrografico": per tale motivo con la revisione del Decreto Legislativo n° 152/2006 è stato conferito all'Autorità di Bacino più potere di regia sugli interventi programmati da soggetti esterni. Infatti, come ha detto Giuseppe Castelnuovo (portavoce di Legambiente e WWF al "Congresso Nazionale del Po"), le istituzioni (locali e non) dovranno avere il coraggio di dire NO a richieste di sfruttamento del fiume che siano in contrasto, anche minimamente, con i richiami della comunità scientifica, altrimenti il problema del Po non sarà mai risolto. Proprio per tale motivo Legambienrte e WWF hanno deciso di darsi da fare per contribuire al successo di questo progetto nell'ottica del metodo partecipativo previsto dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60 CE.
Nessun commento:
Posta un commento