venerdì 23 novembre 2007
Dal 1° gennaio 2008 partirà il secondo periodo dell'EMISSION TRADING, ovvero il sistema europeo di scambio che regola le emissioni di gas serra di alcuni settori industriali (tra cui quello energetico). Dato che è stato imposto un tetto alle emissioni a livello europeo (che deriva da una media tra coloro che inquinano molto e coloro che inquinano poco), i paesi che hanno già superato tale soglia possono "acquistare" le quote dai paesi che invece hanno ancora una percentuale da poter scaricare!! Inquientante... E l'Italia, naturalmente, vi ricorrerà: si tratterà di un vero e proprio "CONDONO CLIMATICO". Per la verità l'Italia non ha ancora chiarito quale sia l'entità dell quote di emissioni che intende assegnare ai singoli impianti: tuttavia, conoscendo la realtà italiana caratterizzata da decenni di favoritismi, esiste il serio pericolo che anche questa volta il Governo ceda sotto le pressioni dei grandi gruppi industriali concedendo loro sconti ed incentivi alla produzione di energia elettrica da carbone! Ricordiamo che nel maggio 2007 la Commissione Europea aveva chiesto all'Italia di ridurre il proprio piano di allocazione (cioè di scambio) di 13,2 milioni di tonnellate di CO2, ma tale piano non è ancora stato presentato per la seconda fase... Ecco perchè Legambiente, Greenpeace e WWF si sono mosse unite per spronare tale situazione: lo scorso mese di luglio hanno inviato una lettera ai Ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico nella quale indicavano alcune soluzioni per recuperare le quote mancanti senza rendere vano il principio "chi inquina paga" (e che qui in Italia non funziona...). Ecco perchè le tre associazioni chiedono al Governo italiano di concentrare i tagli maggiormente sul carbone, visto che è il principale responsabile delle emissioni di CO2. Ma nel paese dei trucchetti, ecco che anche il Governo tira fuori il proprio di trucco: anzichè penalizzare gli impianti più inquinanti, il taglio richiesto dalla Commissione Europea verrà raggiunto cancellando le quote destinate agli impianti che entreranno in funzione dopo il 2008 (la cosidetta "riserva"), quote che verranno acquistate in futuro attraverso soldi pubblici (!) con un fondo apposito previsto dalla Legge Finanziaria. Quindi oltre al danno la beffa: non solo le imprese che più inquineranno non pagheranno un euro in più, ma per attivare il trucchetto si utilizzeranno soldi dei cittadini (cioè tasse), tra l'altro senza risolvere il problema delle emissioni!!! Per non parlare del fatto che i privilegi dati al carbone conferiscono alla fine solo in ENEL a discapito dei concorrenti del mercato elettrico che stanno puntando (giustamente!) sulle fonte energetiche rinnovabili. Niente è ancora successo, ma esiste il serio pericolo che ciò accada: se ciò avvenisse sarebbe attuata una violazione della normativa sugli aiuti di Stato. Purtroppo niente cambia in Italia: a comandare nel nostro paese sono sempre state (e lo sono tuttora) le grandi aziende...
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