lunedì 28 gennaio 2008

NATURA: apre la "banca della biodiversità"!

Inutile negarlo: stiamo vivendo in un periodo in cui la nostra natura e tutte le sue specie (animali e vegetali) sono in serio pericolo a causa delle azioni negative compiute dall’essere umano. Deforestazione, inquinamento atmosferico, del suolo e delle acque, industrializzazione selvaggia, espansione edilizia senza freno, dissesto idro-geologico, agricoltura intensiva, colture OGM, distruzione degli ecosistemi, pesca selvaggia, cambiamento climatico indotto dai gas serra, sono tutta una serie di azioni che hanno come unico responsabile l’azione dell’essere umano il quale, però, non si rende conto che facendo ciò sta mettendo in serio pericolo l’esistenza di varie specie. A conferma di tutto ciò arriva la seria preoccupazione della popolazione: da un sondaggio Eurobarometro, realizzato dalla Commissione Europea nei 27 Stati membri, emerge che ben il 90% degli europei ritiene che la perdita delle biodiversità sia un grave problema! I cittadini più preoccupati sono quelli greci, portoghesi e rumeni. Dal sondaggio emerge che molti europei sono preoccupati della perdita di biodiversità non solo a livello locale ma anche a livello globale. Stavros Dimas, commissario UE all’ambiente, ha affermato che la perdita delle biodiversità in corso è irreversibile e che dal 1970 l’UE si sta impegnando a preservare le risorse ambientali ponendosi come obiettivo l’arresto della perdita di biodiversità in Europa entro il 2010, anche se questo sarà possibile solamente con l’attuazione di strategie comuni tra tutti gli Stati comunitari. Sempre secondo il sondaggio, i cittadini europei concordano che per il 27% la causa principale della perdita di biodiversità è dovuto all’inquinamento dell’aria e dell’acqua e ai disastri riconducibili all’azione dell’uomo (come incidenti industriali e perdite di petrolio), seguono poi in ordine il cambiamento climatico, l’agricoltura intensiva, la deforestazione, la pesca selvaggia e la costruzione di strade, edifici ed aree industriali. Visto che il problema è così grave e soprattutto che la popolazione europea è così sensibile in materia, arriva la notizia che è pronta la “banca della biodiversità” (a cui avevo dedicato un post alcuni mesi fa), almeno per preservare le specie vegetali: si tratta del più grande centro di raccolta semi mai realizzato che si trova in un paesino delle Isole Svalbard (Norvegia), nascosto sotto una montagna, ove verranno conservati (a bassa temperatura e in un posto blindato e sicurissimo) i semi di molte specie vegetali. L’annuncio è stato dato dal “Global Crop Diversity Trust”, una Ong che si occupa della conservazione delle biodiversità. Cary Fowler, direttore della Ong succitata, afferma che sono in arrivo tutti i semi dell’agricoltura internazionale, creando i più grandi depositi di semi di riso, grano, mais e fagioli ma anche di tutti gli altri vegetali, molti dei quali sparirebbero se non ne venisse conservato il loro genoma. L’azione potrà servire nel caso di scomparsa improvvisa delle biodiversità a causa, ad esempio, dell’esplosione di una bomba atomica o di nuove malattie alle piante. Fra i primi 200.000 semi (che partiranno entro fine mese) ci saranno anche 150.000 campioni di grano provenienti da 100 diversi paesi e finora conservati a Città del Messico. Il nuovo sito sarà inaugurato il prossimo 26 febbraio 2008.
E, a proposito di deforestazione, questa ha raggiunto livello record nel corso del 2007 in Amazzonia! Da agosto a dicembre 2007 l’area ha perso ben 7.000 kmq di foresta, in controtendenza al lieve miglioramento che si era verificato negli ultimi tre anni. La conferma arriva dal Ministero dell’Ambiente di Brasilia. Gilberto Camara, direttore dell’ente di ricerche spaziali brasiliano che monitora i due satelliti di osservazione in orbita permanente sull’Amazzonia, afferma che mai si erano verificati disboscamenti così estesi come quelli avvenuti nei mesi di novembre e dicembre 2007! Diciamo che tale situazione è peggiorata per una contraddizione del governo Lula: infatti, mentre il Ministero dell’Ambiente cerca in tutti i modi di contenere la deforestazione, il Ministero dell’Agricoltura (appoggiato dalle banche pubbliche) aumenta i sussidi e gli incentivi statali per l’ottenimento di terreni agricoli e da pascolo dall’Amazzonia, a causa della forte richiesta sul mercato di soia e carne. Tutto ciò non aiuta certo la difesa delle biodiversità e la lotta al cambiamento climatico.
Nel frattempo arriva però una buona notizia: sono state scoperte nuove specie in Vietnam, precisamente nella foresta pluviale delle montagne Annamite poste nella provincia di Thua Thien Hue (Vietnam centrale), una zona remota e quasi inesplorata nota come “Corridoio Verde” perché costituisce un vero e proprio corridoio ecologico tra il Parco Nazionale Bach Ma e la Riserva Naturale Phong Dien. Vi sono state scoperte 11 nuove specie (l’annuncio arriva dal WWF): si tratta di 1 serpente, 2 farfalle, 5 orchidee e 3 specie di altre piante. Sono state trovate anche altre 10 specie di piante, tra cui 4 orchidee, ancora sotto esame ma è probabile che anche queste siano finora sconosciute. Per quanto riguarda il serpente, definito dal labbro bianco (Amphiesma leucomystax), ha una fiammata bianca e gialla che dalla bocca scende dietro la testa mentre sul corpo è cosparso di macchie rosse, vive vicino ai ruscelli e può raggiungere gli 80 cm di lunghezza. Per quanto riguarda le due specie di farfalle (salgono intanto ad 8 le nuove specie di farfalle scoperte nella zona dal 1996 ad oggi!), una fa parte del genere Zela e compie voli rapidi e precisi, mentre l’altra è un nuovo genere nella sottofamiglia delle Satyrinae. Per quanto riguarda le 5 nuove specie di orchidee, tre sono completamente prive di foglie (caso molto raro per le orchidee), non contengono clorofilla e crescono sulla materia in decomposizione (come avviene per molti funghi). Per quanto riguarda le altre 3 specie vegetali, vi sono una specie di Arum con bellissimi fiori gialli e foglie a forma di imbuto attorno ai fiori, e due specie di aspidistra di cui una con un grande fiore quasi nero e l’altra con fiori gialli. Le specie sono state scoperte per la prima volta tra il 2005 ed il 2006 e, come tutte le altre specie già note della zona, indicano la ricchezza della biodiversità presente su quest’area forestale: vi sono infatti anche specie rare di rane, tigri, il rarissimo leopardo nebuloso (a cui dedicai un post), varie specie di scimmie come i langur e i gibboni dalle guance bianche, e la saola (o pseudorice) ovvero una specie di bovide selvatico scoperto nel 1992. Ora però anche questo “Corridoio Verde” è in serio pericolo per la crescente deforestazione, la caccia e l’estrazione di risorse naturali, il tutto per assecondare interessi economici derivanti da un eventuale sviluppo dell’area: sono in pericolo 15 specie di rettili ed anfibi e 6 specie di uccelli.
Come sempre, non appena arrivano buone notizie sulla biodiversità terrestre, ecco arrivare puntuali quelle negative sul pericolo che queste specie corrono proprio a causa dell’azione umana: come può il genere umano non capire che lui non è il colonizzatore del nostro pianeta e che il nostro habitat va protetto per poter garantire alla Terra quella biodiversità che l’ha contraddistinta per millenni e che noi, in pochi decenni, stiamo distruggere? Come può l’interesse umano prevalere sulla conservazione dell’ambiente in cui lui stesso vive? Come può? Eppure può…

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