mercoledì 30 aprile 2008

PROTEZIONE dell’AMBIENTE: si deve partire dai bambini

Quello dell’ambiente è uno dei problemi principali di questi ultimi anni: un problema che riguarda tutto (territorio, ambiente, clima, salute, città) e tutti (dai più piccoli agli anziani). Un problema profondo figlio di scelte e stili di vita (imposti e non) assolutamente sbagliati. Proprio in questi ultimi anni si stanno cercando le soluzioni per risolvere varie problematiche legate all’ambiente: dalla protezione del territorio al cambiamento climatico, dall’inquinamento (di ogni tipo) ai rifiuti. Ma credo che in questa ricerca delle soluzioni molto poco si sia puntato sui bambini, perché proprio da loro si deve partire per cambiare la CULTURA AMBIENTALE: insegnando loro quelle piccole buone azioni quotidiane che farebbero crescere per il futuro un popolo più attento alle varie problematiche ambientali.
Ecco perché sono qui a segnalare alcune interessanti iniziative che ho trovato in questi ultimi tempi, tutte atte alla sensibilizzazione ambientale dei bambini.
BAMBINI-CONTADINI. Ne sono un esempio quelli delle classi IB, IIA, IIB e VB della scuola elementare “Giorgio Catti” di San Mauro Torinese (Piemonte): in tale scuola è stato ideato il progetto “Orto in condotta”, per insegnare ai bambini a coltivare la terra perché ciò significa anche imparare a mangiare, fare la spesa, conoscere il terreno e le piante, ecc… Questi orti botanici sono stati ideati negli anni ’90 in California da Alice Waters in seguito al progetto “The Edible Schoolyards” (poi importati in Italia nel 1993 ed oggi già più di 100 con coinvolgimento di oltre 4.000 bambini). Così i bambini hanno imparato a vangare, seminare, seguire le piante nella crescita, a fare la compostiera per ricavare il terriccio dal rifiuto umido, ecc… fino ad arrivare al prodotto finale pronto per essere mangiato. Come ha scritto Carlo Petrini sul quotidiano La Repubblica di domenica 27 aprile 2008, resta un mistero il fatto per cui i programmi ministeriali continuino a trascurare l’alimentazione e la conoscenza diretta della natura, che forse rispecchiano ancora la sensibilità di un tempo in cui le campagne ed il mestiere del contadino dovevano essere accantonati nel nome della modernità, quasi fossero un peccato originale di povertà e di pochezza culturale. Amare il nostro territorio è sicuramente un buon inizio per ricordarsi poi di proteggerlo…
CARTONI AMBIENTALI IN TV
. Ebbene sì, sono approdati in TV l’effetto serra ed i cambiamenti climatici spiegati ai bambini. Si tratta di un cartone animato intitolato “2 amici per la terra”, coprodotto da RAI Fiction e Union Contact col sostegno del Ministero dell’Ambiente, in onda ogni domenica mattina alle ore 8:50 su RAI3 fino al termine dell’estate. Nelle diverse puntate si parlerà in maniera semplice degli effetti del cambiamento climatico, di rifiuti e di raccolta differenziata, delle specie a rischio di estinzione, delle energie rinnovabili e di risparmio energetico. Il cartone animato vede due protagonisti: Pietro (un simpatico combina-guai e molto curioso) e Raimondo (un uomo che viene da un futuro in cui sono stati risolti i problemi ecologici, ma molto ingenuo), i quali mostrano ai bambini davanti alla TV come piccole azioni quotidiane possano migliorare le condizioni di vita sulla Terra. Peccato solo per l’orario: la domenica mattina non sono molti i bimbi disposti a sintonizzarsi alla TV prima delle 9, perché dunque non spostarlo al tardo mattino o nel pomeriggio?
VIDEOGIOCHI AMBIENTALI. Sono arrivati dalla Gran Bretagna due nuovi videogiochi ambientali per salvare il nostro pianeta dalla catastrofe climatica. Realizzati nel 2007 dalla compagnia inglese Red Redemption, si chiamano “Operation Climate Control” e “Climate Challenge” e sono rivolti ad un target giovane (ma non è detto…). Per quanto riguarda “Operation Climate Control” si deve accedere al sito http://www.operationclimatecontrol.co.uk, scegliere un nickname, un avatar e una location da cui cominciare (si può scegliere tra “energia nazionale” e “trasporti”); lo scopo del gioco è ridurre le emissioni di gas serra individuando ed eliminando i maggiori produttori di CO2; per eliminare il nemico non c’è nessuna arma (finalmente!!!) ma lo si farà decidendo su quali mezzi di trasporto puntare e quali fonti rinnovabili utilizzare tra quelle che producono meno CO2. Per quanto riguarda “Climate Challenge” si deve accedere al sito http://www.bbc.co.uk/sn/hottopics/climatechange/climate_challenge) ed anche qui lo scopo del gioco è ridurre le emissioni di CO2: il giocatore si identifica nel ruolo del Presidente dell’Unione Europea ed ha a disposizione 10 livelli per applicare scelte politiche e strategiche che abbiano un impatto positivo sull’ambiente; dovrà inoltre mantenere il consenso degli elettori, occuparsi dello sviluppo economico degli Stati UE ed attivare alleanze con altri Paesi; il giocatore si dovrà muovere su 5 linee di intervento (nazionale, industriale, import-export, locale e politiche abitative) e, attraverso varie scelte, si potrà cambiare il corso del gioco e salvare o meno le sorti della Terra. Davvero molto interessante: basta fuoco ed armi!!!
Si tratta di tre iniziative molto particolari che possono davvero contribuire in maniera fondamentale ad uno sviluppo della cultura ambientale nei nostri ragazzi: ce n’è bisogno per il nostro pianeta ed anche per il loro futuro. Aggiungo che non sarebbe per niente male ridare importanza a quell’educazione civica per troppi anni bistrattata nelle scuole italiane, magari inserendo argomenti di attualità come appunto le buone azioni quotidiane quali raccolta differenziata, risparmio energetico, rispetto dell’ambiente, ecc…
E, sempre a proposito di ragazzi, anche le scuole (assieme a tanti singoli cittadini, ai governi locali, ai personaggi pubblici, alle imprese) possono partecipano alla campagna di Legambiente chiamata STOP THE FEVER (http://www.stopthefever.org) per stimolare i cambiamenti degli stili di vita dei cittadini ed orientare le scelte politiche dei governi e delle imprese nel campo delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, dell’inquinamento, dei consumi sostenibili, ecc… denunciando anche ritardi, sprechi ed uso scellerato delle fonti fossili. Insieme si può, ed i ragazzi ci possono aiutare a costruire un futuro senz’altro migliore: una battaglia ardua, ma assolutamente fattibile.

1 commento:

Anonimo ha detto...

grazie per le informazioni, molto interessanti che fanno ben sperare