domenica 18 maggio 2008

TECNOLOGIE: università italiane e progetti d’impresa

Si terrà tra pochi giorni il 2° torneo internazionale per la premiazione dei migliori progetti d’impresa nati nelle università italiane: promosso da “PNI Cube” (l’associazione nazionale degli incubatori universitari), il torneo premierà il prossimo 29 maggio 2008 a Perugina il “Start up dell’anno”, ovvero il vincitore tra 9 progetti sfornati appunto dalle università italiane. Il progetto vincitore sarà scelto da 11 venture capitalist italiani che esamineranno i vari progetti, mettendo quindi in pratica (e valorizzando) la ricerca degli atenei.
Sono 33 le università italiane che partecipano al PNI Cube (http://www.pnicube.it): le 326 imprese nate (dati riferiti a metà 2007) da queste università hanno depositato 630 brevetti e creato finora 1.356 posti di lavoro, mentre ai vari progetti hanno partecipato ben 26.000 tra docenti e ricercatori ed oltre 100.000 laureati. È la prova che la ricerca universitaria porta risultati concreti al proprio paese: in seguito alla legge in materia approvata nel 1999, le risorse pubbliche investite nel progetto hanno portato ad un gettito fiscale ben dieci volte superiore, dunque con ripercussioni economiche positive anche per lo Stato. Certo, l’Italia è partita in ritardo rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea e non (oltre 20 anni dopo gli USA…), ma ora si sta recuperando in maniera significativa.
Come detto pocanzi, al “PNI Cube” partecipano 33 università italiane rappresentate da un consiglio di 15 membri presieduto da Gianni Lorenzoni, uno dei padri dell’economia delle imprese industriali. Lo scopo di questo premio è quello di dare visibilità a quelle società che nei primi anni di lavoro hanno raggiunto i risultati migliori in tema di tecnologie. La 1° edizione del premio si è tenuta lo scorso anno a Torino, mentre quest’anno è stata scelta Perugia per festeggiare il 700° anniversario della nascita dell’università cittadina (http://www.unipg.it/centenario). Loris Nadotti, vicepresidente del “PNI Cube”, afferma che lo scopo dell’iniziativa è far crescere la rete universitaria italiana spezzando quella tradizione tipica italiana per cui si fa spesso impresa per necessità o per tradizione familiare, mettendo quindi l’innovazione in secondo piano: bisogna invece rompere questa tradizione puntando sull’eccellenza universitaria tenendo presenti i modelli esteri.

Ecco quali sono le 9 imprese in concorso per aggiudicarsi il premio:

  • Dialectica: nata dall’Università di Milano, tale società opera nel campo delle biotecnologie applicate al sistema nervoso. In particolare, ha creato dei cellulari innovativi che aiutano ad intervenire sulle malattie celebrali misurando la risposta dei farmaci;
  • Bmr: nata dall’Università di Padova, tale società si occupa di biotecnologie e del sequenziamento del DNA. Inoltre, puntando sull’e-commerce propone servizi ad altissimo valore tecnologico;
  • Crest: nata dall’Università di Trieste, tale società ha creato un modello per le previsioni del moto ondoso, in grado di calcolare l’altezza delle onde. Lo scopo è quello di garantire la sicurezza della navigazione e pianificare la progettazione di dighe, pontili e moli;
  • Inova: nata dall’Università di Padova, tale società crea materiali innovativi da applicare a vari settori che spaziano dal biomedicale alle energie rinnovabili, ma sta anche studiando soluzioni per la sicurezza sul lavoro riducendo i campi elettromagnetici;
  • Dream: nata dall’Università di Torino, tale società produce software e tecnologie utili alla ricerca petrolifera. Grazie alle sue elaborazioni statistiche, contribuisce a scoprire nuove risorse minerarie e giacimenti di idrocarburi;
  • Imaginary: nata dall’Università di Milano, tale società si occupa di progettazione e sviluppo di Serious Games e simulazioni per il training ed il marketing. Quindi, tramite il gioco dimostra che si può fare formazione o sostenere i processi di vendita;
  • LoBim: nata dall’Università di Pavia, tale società produce e commercializza apparecchiature elettromedicali basate sulle onde acustiche. Le macchine sono utilizzate per la cura delle artrosi, delle tendiniti e delle borsiti e potranno essere impegnate per la rigenerazione del tessuto cardiaco;
  • Thethis: nata dall’Università di Milano, tale società si occupa di nanotecnologie. In particolare, si è specializzata nella manipolazione della materia su scala atomica e molecolare;
  • RoboTech: nata dall’Università di Pisa, tale società ha creato I-Droid, un umanoide elettronico che si muove evitando gli ostacoli, esegue comandi vocali, segue le persone ed esprime emozioni attraverso luci e suoni. Può essere comandato dal cellulare o dal computer, addirittura anche da lontano via web.

Senza ombra di dubbio si tratta di un bel esempio di innovazione tecnologica italiana: ce n’era assolutamente bisogno per il nostro paese. Ora aspettiamo il nome del vincitore…

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