martedì 3 giugno 2008

Alluvione in Piemonte: ha ancora senso la TAV?

L’ennesimo episodio alluvionale ha interessato alcune valli del Piemonte (in particolare la Val di Susa) pochi giorni fa causando frane e purtroppo alcune vittime. Si è trattato di una situazione meteorologica eccezionale, in quanto per giorni e giorni le correnti sciroccali (che hanno portato le temperature a sfiorare i 40°C nel Palermitano e a far battere vari record termini in tutta Italia) sono penetrate in Valpadana incuneandosi sulla sua parte più occidentale: qui incontrano la barriera alpina e sono costrette a sollevarsi dove si condensano in nubi e piogge, quindi per più giorni piogge insistenti sono cadute sempre sulle stesse zone scaricandovi fino a 200-300 mm d’acqua. Naturale che alcuni torrenti si ingrossino ed escano dai loro argini. Già episodi simili erano successi in passato in queste zone: recentemente ricordiamo le gravissime alluvioni degli autunni del 1994 e del 2000, ed ancora prima nelle primavere degli anni 1728, 1926, 1949 e 1977. Diciamo piuttosto che i danni provocati da queste alluvioni hanno alla loro radice ben altri problemi, tipici italiani: la fragilità del nostro territorio e l’incuria umana. Due problemi di cui si parla da decenni ma che puntualmente non vengono risolti.
Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico italiano, ricordiamo che in 50 anni sono state censite in Italia ben 470.000 frane, tanto che il 70% dei Comuni è stato colpito da dissesto (ben 5.596 Comuni su 8.101). La fragilità del nostro territorio non è mai stata considerata dall’uomo: sono stati disboscati interi pendii di montagne facendo mancare agli stessi la stabilità permessa dalle radici degli alberi e consentendo un impoverimento dei terreni stessi maggiormente esposti ai fenomeni atmosferici.
Per quanto riguarda l’incuria umana, basti solo pensare alle costruzioni realizzate vicino ai torrenti ed in zone a forte rischio franoso, con responsabilità sia di chi le ha realizzate (abusive) sia di chi le ha realizzate (regolari) col consenso ignobile delle varie amministrazioni. Basti pensare poi agli alvei dei fiumi che raramente vengono ripuliti dai detriti che vi si accumulano nel tempo, alle tombinature di vari scoli, ecc… Manca, da sempre, la prevenzione: le previsioni meteorologiche in tal senso hanno fatto passi da gigante in quanto sono ormai in grado di avvertire le autorità (nazionali e locali) con alcuni giorni di anticipo dell’arrivo di fenomeni particolarmente intensi (come le piogge prolungate di questi ultimi giorni), ma manca tuttavia la protezione idrogeologica del territorio, considerando anche che il cambiamento climatico in corso apporterà un aumento della frequenza e dell’intensità di questi fenomeni. Certo, non si arriverà mai al punto di evitare qualsiasi frana, ma sicuramente di limitare al massimo i danni conseguenti. E, a questo punto, la domanda sorge spontanea: ma ha ancora senso realizzare la TAV in Piemonte? La Valle di Susa, quella ove passerà la tanto tormentata TAV, ha subito ben due alluvioni negli ultimi 8 anni, per non contare quelle del passato. Sono assolutamente d’accordo che la TAV vada fatta, altrimenti dovremo bandire tutte le ciance che abbiamo fatto in questi anni a favore del trasporto ferroviario a discapito del trasporto su ruota (soprattutto per liberare le nostre strade dai camion e le aree circostanti dall’inquinamento): il problema è se questa TAV doveva proprio transitare in questo punto. Stiamo parlando di una zona con uno dei più alti rischi alluvione d’Italia, visto che quando si innesca lo scirocco (e capita spesso!) significa precipitazioni eccezionali per il Piemonte. Se abbiniamo questo ad un’area con un elevato rischio di dissesto idrogeologico, beh allora la scelta della Val di Susa per farvi passare la TAV è stata proprio sconsiderata. Non c’erano altri punti, più a nord o più a sud, per farla passare? L’assessore all’assistenza di Bussoleno (comune della Val di Susa) Giovanni Vighetti ha dichiarato: “Quello che è successo in questi giorni dimostra che la storia non insegna nulla, siamo allo stesso punto di otto anni fa. Da allora non è stato fatto nulla, il Magispo non ha pulito il letto del fiume, l’ANAS non ha rinforzato le strade, siamo dentro allo stesso identico incubo. E proprio in Val di Susa, dove nulla di ordinario viene mai fatto, vorrebbero far passare il treno da 53 milioni di euro a km? Ma siamo pazzi?”. Lo stesso sindaco di Bussoleno, Beppe Joannas, afferma: “Capisco la rabbia della gente. Come si può pensare di fare una gigantesca stazione interrata in un paese che ha avuto due alluvioni nel giro di otto anni? Lo dice anche questo fiume spaventoso, con tutti i danni che sta facendo”. E ancora le affermazioni di Luca Pesando, rappresentante di Legambiente Valsusa: “Siamo una zona a fortissimo dissesto idrogeologico, non è pensabile sovraccaricare la zona con altre opere mastodontiche. Sopra di noi ci sono le dighe di tre centrali elettriche. Se gli invasi tracimano, per noi sono guai”.
Come possiamo dare toro a queste affermazioni? Io personalmente non ci riesco e chiunque abbia un po’ di senso di responsabilità non può affermare il contrario. Vuoi vedere che il nuovo governo, così come farà con l’emergenza rifiuti, userà l’esercito e metterà in carcere quei cittadini che protesteranno per salvare le proprie vite?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Saluti!
Hai scritto: "Sono assolutamente d’accordo che la TAV vada fatta" ... "(soprattutto per liberare le nostre strade dai camion)"

Potresti dirmi quante merci transitano sulle linee ad alta velocità in Italia ed all'estero?

Grazie in anticipo