Perchè non si ascoltano mai le PREVISIONI METEOROLOGICHE?
Piogge torrenziali, grandine, fiumi straripati e vento a oltre cento chilometri orari. Si è scatenato l'inferno, nel pomeriggio di sabato 25 ottobre, sulle montagne del Lake District, in Cumbria, nordovest dell'Inghilterra, dove si stava svolgendo la celebre Original Mountain Marathon. I 2500 atleti in gara sono stati costretti a cercare riparo dentro rifugi, stalle, baite diroccate. Ma la maggior parte di loro, circa 1700 secondo la polizia inglese, è stata costretta a pernottare all'addiaccio. Inevitabili le polemiche contro gli organizzatori, terribili i racconti terrorizzati di chi è sopravvissuto alla vicenda. E' stato davvero uno scenario da film ad alta tensione quello in cui si è svolta, nello scorso weekend, la Original Mountain Marathon inglese. Uno scenario che ha richiamato alla mente la tragica corsa sullo Zugspitze, in Germania, durante la quale, a luglio, due atleti sono morti per ipotermia e crisi respiratoria nel mezzo di una tremenda bufera di neve. Stavolta non ci sono stati morti, ma secondo le autorità si è trattato di un vero miracolo. La corsa, con 2500 atleti al via, era partita sabato mattina nonostante le piogge torrenziali e le pessime previsioni meteo. Verso mezzogiorno il nubifragio è diventato così forte da far esondare fiumi e torrenti e le raffiche di vento impossibili da sopportare. Gli organizzatori hanno così deciso, per la prima volta nei 41 anni di storia della gara, di annullarla. Non lo hanno fatto prima, dichiarano gli organizzatori, perchè l'Original Mountain Marathon è celebre anche come "test di sopravvivenza". Per completare il percorso, di circa 80 chilometri, molti impiegano 36 ore e i corridori, che gareggiano a coppie, devono avere con sè materiali come tende, sacchi a pelo e cibo. Secondo quanto riferito da alcuni atleti, viene organizzata in questo periodo proprio perchè il meteo avverso è una delle difficoltà da superare. Quando la gara è stata annullata, i soccorsi hanno inviato un elicottero della RAF e 100 uomini nella zona, alla ricerca degli atleti che nel frattempo si erano dati alla macchia in cerca di un riparo. Pochi fortunati hanno trovato posto nei rifugi della zona, altri si sono riparati in fattorie, fienili, granai, miniere dismesse o baite. Molti hanno però dovuto trascorso la fredda notte all'addiaccio sulle montagne. "Abbiamo assistito a terribili scene di panico" raccontano i soccorritori, che solo domenica pomeriggio hanno completato le operazioni di recupero degli atleti. Una dozzina di corridori è stata ricoverata per ferite o per ipotermia. Due persone hanno subito fratture alle gambe, una ha riportato delle serie lesioni spinali precipitando nell'acqua gelida di un ruscello. Un atleta ha dichiarato: "E' stata la peggiore esperienza di tutta la mia vita in montagna. Pioggia e grandine scendevano quasi in orizzontale e il vento soffiava a raffiche di 140 chilometri orari. Non ho mai visto niente di simile, sembrava il diluvio universale raccontato nella Bibbia". Queste le dichiarazioni di un altro partecipante alla gara: "Il vento continuava a spingerci, continuavamo a rischiare di cadere sulle rocce, rischiando di romperci una gamba. La visibilità era zero, la pioggia così forte che i nostri indumenti antipioggia non servivano a niente. I sentieri erano trasformati in fiumi, i piedi affondavano. Eravamo inzuppati e rischiavamo di congelare". Come detto, si è scatenata la polemica. Polizia e soccorso alpino, che avevano sconsigliato lo svolgersi della manifestazione, hanno accusato gli organizzatori di "mancanza di buon senso" per aver voluto dare ugualmente il via alla corsa. "I soccorsi sono costati migliaia di sterline - dicono le autorità - e questo disastro era annunciato. Inoltre era noto che sulle montagne dove si svolge la corsa non c'è nemmeno copertura per i cellulari". Ma gli organizzatori hanno replicato: "A questa gara partecipa gente preparata. Sanno come affrontare gli imprevisti in montagna, non sono degli alpinisti improvvisati". Sul Great Dun Fell, nei Monti Pennini, le raffiche di vento hanno raggiunto, sabato 25 ottobre, i 129 km/h. Tra le 6 e le 18 GMT, nella regione, sono caduti 48 mm a Shap e 45 a Keswick.
Questo è un ulteriore esempio di come le previsioni meteorologiche siano in molti casi non prese in considerazione, quando invece sono diventate (grazie alla loro precisione, soprattutto nel breve peruiodo) necessarie per prevenire certi disastri. Purtroppo, il meteo ha poco spazio nell'informazione...
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