martedì 18 novembre 2008

EUGENIO SCALFARI: “Salviamo l’arte dal federalismo”

Il grande (permettetemi il mio personale apprezzamento) giornalista Eugenio Scalfari ha dato grande spazio all’argomento “arte” nel quotidiano La Repubblica di martedì 11 novembre 2008 intitolando il suo articolo “Salviamo l’arte dal federalismo”. Scalfari giustamente dice che è un po’ problematico parlare di tutela dei beni culturali e del paesaggio in questo periodo di profonda crisi economica globale, però esiste (testuali parole di Scalfari) “il pericolo che la cultura, cui si continua a tributare omaggio di parole, costituisca nei fatti l’anello debole e addirittura sacrificale. Cultura, ricerca, beni culturali, patrimonio pubblico, paesaggio, sono infatti considerati come altrettanti elementi opzionali dei quali si può tranquillamente fare a meno. I tagli di spesa più cocenti sono avvenuti proprio in questi settori non soltanto per eliminare sprechi ma per recuperare risorse dirottandole verso altre destinazioni. Non si è considerato che non si tratta di spese ma di investimenti che, proprio per la loro natura, non possono essere interrotti senza causare nocumento e deperimento gravissimi. Ho voluto riportare fedelmente le parole di Scalfari perché dipingono perfettamente la situazione attuale.
Purtroppo molto spesso ci si dimentica che l’immenso patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico italiano ha effetti diretti positivi sull’economia del nostro paese per la sua forte connessione con l’industria turistica: da un punto di vista economico il turismo in Italia equivale all’esportazione di beni e servizi, porta valuta nelle casse dell’erario con, oltretutto, la differenza che anche se non escono servizi e merci dal nostro territorio fa invece entrare persone e con esse ricchezza e sostegno della domanda interna. Un calo del turismo si ripercuote negativamente sulla domanda e sulla ricchezza prodotta nel paese. Lo scarso interesse che le istituzioni stanno mostrando verso il nostro caro patrimonio si manifesta nello stato in cui oggi versano le Sovrintendenze italiane preposte alla tutela del paesaggio e dei beni culturali: encomiabile lo sforzo che in questi mesi sta facendo il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi per trovare fondi a sostegno del suo ministero (visti i drastici tagli imposti dalla Finanziaria…), purtroppo non li ancora trovati… Intanto il personale delle Sovrintendenze è ridotto al minimo, ci sono sedi vacanti da tempo, mancano molti servizi.
Riporto un’altra interessante affermazione di Scalfari: “Il guaio è che, risorse finanziarie a parte, il ministro (Bondi) tergiversa anche a compiere alcuni adempimenti che non comportano spese ma che sarebbero necessari per chiarire una normativa confusa, fonte di abusi continui che hanno devastato il nostro territorio da almeno 30 anni in qua, disseminando mostri architettonici, lasciando deperire monumenti di importanza mondiale, occultando il mare con una cortina edilizia che ne ha confiscato la visibilità e la pubblica fruizione. Questi abusi sono il frutto di inefficienza delle istituzioni di controllo, di scarsissima sensibilità nella pubblica opinione, dell’indifferenza dei media e, soprattutto, di una normativa che ha disperso i poteri di controllo tra tre diversi ministeri (Beni Culturali, Ambiente, Lavori Pubblici) e tre diversi livelli istituzionali: Stato, Regioni, Comuni”. Bene (anzi, male!), se a tutto ciò aggiungiamo i tagli di fondi imposti dalla Finanziaria al ministero dei Beni Culturali, ne esce un quadro disastroso per l’arte, la cultura e l’ambiente del nostro paese.
Nel suo articolo Scalfari cita, a ragione, Salvatore Settis, da decenni impegnato nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Secondo Settis c’è un quesito particolare: “Esiste un territorio senza paesaggio e senza ambiente? Esiste un ambiente senza territorio e senza paesaggio? Esiste un paesaggio senza territorio e senza ambiente?” Naturalmente si dovrebbe avere una triplice risposta negativa, metaforica nel fatto che la valorizzazione e la tutela del nostro immenso patrimonio dovrebbero essere unificate nei poteri e nelle competenze e per questo il potere decisionale dovrebbe essere di competenza solo dello Stato: purtroppo la riforma federalista in tal senso sarebbe disastrosa perché consentirebbe alle varie Regioni, Province, Comuni, ad agire ognuno per il proprio interesse, devastando l’ambiente. Già è successo per molto tempo: la pianificazione urbanistica ha molto spesso prevalso su quella paesaggistica e ambientale ma a sua volta è stata sopraffatta dagli interessi edilizi, le Sovrintendenze sono state svuotate dei propri poteri di controllo, aggiungiamoci la corruzione ed il lassismo, ne emerge un quadro finora allarmante, oltre che devastante. Come dice Scalfari: “Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il disastro ambientale, paesaggistico, urbanistico che ha deturpato il paesaggio, l’ambiente e il territorio”.
Troppo spesso in Italia ci si dimentica (o forse proprio non lo si sa) dell’art. 9 della nostra Costituzione che recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Questo spirito "nazionale" (e non federalista) e vocato alla difesa di quanto abbiamo lo dovremo far presente alle istituzioni…

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