domenica 23 novembre 2008

MUESI ITALIANI: in forte pericolo l’arte contemporanea!

Diciamo pure la verità: l’arte non sta attraversando un buon periodo nel nostro paese, soprattutto da quando il centro-destra è salito al governo lo scorso aprile 2008 (lo sappiamo tutti che la cultura non è mai stata un cavallo di battaglia della destra).
Detto ciò parlano i fatti: il forte debito pubblico italiano (sconvolgente, tra l’altro) costringe tutti i governi degli ultimi anni (indipendentemente dal colore politico) a forti tagli di spesa. Quello che contraddistingue gli schieramenti politici è il modo con cui vengono attuati questi tagli e, soprattutto, a quali ministeri vengono imposti. Con questo attuale governo si stanno apportando tagli scellerati di fondi alla cultura e all’istruzione, che sono sempre state alla base di un buono Stato civile e democratico. Ci sono poi alcune politiche culturali fortemente discutibili messe in atto dall’attuale ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi: tra queste, l’elezione di Mario Resca (ex presidente di McDonald’s Italia) a super-manager dei musei italiani (non si discute la figura del super-manager per i musei, forse necessaria, né la persona di Mario Resca, quanto invece la sua non idoneità a ricoprire un ruolo culturale, visto che per anni ha fatto ben altro!), nonché aver espresso giudizi negativi nei confronti dell’arte contemporanea (ha infatti chiesto l’eliminazione della direzione generale che si occupa dell’arte contemporanea!). Proprio per aver detto di non capire l’arte contemporanea (lo ha detto, badate bene, il Ministro dei Beni Culturali!!!), lo stesso sta nominando ora personaggi che dell’arte contemporanea non ne apprezzano niente: ad esempio, ha nominato Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli come curatori del padiglione italiano alla Biennale di Venezia, i quali hanno subito rilasciato dichiarazioni contro l’arte contemporanea italiana. Un altro esempio è quello che ha fatto il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi: ha dato lo sfratto al museo cittadino di Palazzo Forti, che era adibito a galleria di arte moderna (era stato donato alla città nel 1937 da Achille Forti perché fosse adibito a sede espositiva): ora è stato messo all’asta (per ripianare i debiti della città) per 65 milioni di euro e, nel frattempo, è stato attuata una delibera per modificarne la destinazione d’uso da pubblico a “residenziale, commerciale e direzionale”!!! Le 1.500 opere del museo saranno traslocate nel Palazzo della Ragione e queste sono state le parole di Tosi: “Hanno spostato la diga di Assuan, figuriamoci se ci sono questioni per una parete”! Incredibile…
Molte altre situazioni si presentano alquanto delicate: a Torino entro la fine dell’anno lasciano l’incarico Ida Granelli (che ha abilmente guidato il Castello di Rivoli, uno dei sacrari italiani dell’arte contemporanea) e Pier Giovanni Castagnoli (che ha diretto la Galleria d’Arte Moderna), che difficilmente saranno rimpiazzabili. Il museo di Siracusa è ora senza direttore (quello precedente, Salvatore Lacagnina, è stato trasferito in Svizzera a dirigere l’istituto di cultura): ora non ci sono pretendenti. A Roma corrono i lavori del Maxxi, il museo del XXI secolo progettato da Zaha Hadid che dovrebbe essere inaugurato a breve: a Paolo Colombo, che ne aveva la consulenza direzionale, non è stato rinnovato il contratto e non è stato sostituito. Perché? Mah…
L’esempio più eclatante del blocco culturale italiano è quello del Macro, il museo di arte contemporanea di Roma che doveva essere uno dei simboli della rinascita culturale italiana e che invece oggi è chiuso (http://www.macro.roma.museum): si trova in via Reggio Emilia, formalmente è aperto ma le stanze sono sbarrate, non ci sono opere esposte. Da 6 mesi il Macro è senza direttore: 6 mesi indietro ci riportano al periodo delle elezioni politiche primaverili… Coincidenza? No! Danilo Eccher, che era stato nominato direttore del Macro dal precedente governo Prodi, è stato destituito dell’incarico dall’attuale esecutivo di centro-destra in quanto era considerato troppo veltroniano! Incredibile!!!
Credo che l’esempio del Macro rispecchi perfettamente la grave situazione in cui versano i musei italiani e, di conseguenza, la nostra cultura: tutto purtroppo in Italia, e anche la cultura appunto, ruota attorno alla politica (malata), che mai come in questi anni sta facendo il male assoluto del nostro paese. Il continuo susseguirsi di governi di vario colore e il volere di ognuno di questi di far valere il loro potere sta portando a tutto fuorché ad una stabilità duratura che possa portare ad uno sviluppo sensato dei vari rami della vita del nostro paese, tra cui anche la nostra cultura. In questo il super-manager dei musei dovrebbe essere d’aiuto: secondo il ministro Bondi doveva essere scelto tramite concorso pubblico ed invece si è subito rimangiato le parole visto che l’ha nominato di sua spontanea volontà alcuni giorni fa, ed ha scelto l’ex direttore di McDonald’s Italia… Cosa possiamo sperare di buono se le cose continuano ad andare così?

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