RACCOLTA PILE-BATTERIE: si fa ancora poco
In Italia, naturalmente, tale raccolta va a singhiozzo e a macchia di leopardo sull’intero territorio nazionale: e pensare che ogni anno si usano in Italia circa 13.000 tonnellate di batterie di qualsiasi tipo non al piombo. Manca nel nostro paese un sistema nazionale organizzato di raccolta e riciclaggio di tali rifiuti, che dunque viene per lo più svolto da alcuni Comuni. L’APAT stima che solo il 13.5% delle pile-batterie al nichel-mercurio, litio e nichel-cadmio usate nel nostro paese venga raccolto e riciclato, mentre la totalità delle pile-batterie alcaline e allo zinco-carbone finisce in discarica… E pensare che le pile-batterie usate, una volta raggiunto la conclusione della loro funzione, non solo sono potenzialmente pericolose da un punto di vista ambientale (tanto da esserne necessari la raccolta ed il riciclo), ma riciclandole si può riutilizzare il materiale esausto in esse contenute con vantaggi nella catena della produzione.
Manca quindi una rete nazionale e/o europea per la raccolta sistematica e completa delle pile-batterie, al fine di poter combattere insieme questa lotto contro l’inquinamento del nostro territorio. Ma c’è già qualche cenno positivo in merito: entro la fine dell’anno tutti gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno recepire la Direttiva n° 2006/66/CE che definisce i tempi ed i requisiti per la creazione di sistemi nazionali (che dovranno essere operativi entro il 2009) per la raccolta ed il riciclo di qualsiasi tipo di pile e batterie (al piombo e non). Tale Direttiva riguarderà, inoltre, qualsiasi tipo di pile e batterie indipendentemente dalla loro forma, volume, peso e destinazione d’uso: quindi, ogni tipo verrà riciclato. Pensate infatti, nel nostro piccolo, quanti tipi di pile e batterie utilizziamo nella nostra vita quotidiana: per il cellulare, per i telecomandi, per le sveglie, per gli orologi, per i giocattoli, per vari elettrodomestici, che possono essere allo zinco, al nichel-cadmio, alcaline, ecc… che seppur di piccole dimensioni sono dannosissime per la salute umana. Contengono infatti quantità piccole di metalli pesanti come cadmio, zinco, cromo e mercurio che, anche se in ridotte quantità, sono estremamente pericolosi per la nostra salute: pensate che un solo grammo di mercurio contenuto in una pila può gravemente inquinare 1.000 litri d’acqua (pari ad un metro cubo!). Per questo la Direttiva europea introduce anche delle limitazioni al contenuto di cadmio e mercurio nelle pile – batterie, promuovendo campagne di informazione e sensibilizzazione alla raccolta differenziata delle stesse, tra l’altro vietando assolutamente il loro smaltimento in discarica e il loro incenerimento.
Toccherà quindi prima allo Stato realizzare e coordinare una rete nazionale efficace per la raccolta delle pile – batterie esauste ed il loro successivo riciclaggio, dopo di che tocca a noi cittadini compiere quel piccolo gesto di pochi secondi di raccogliere le pile esauste ed inserirle negli appositi contenitori: un piccolo gesto che vale la salubrità dell’ambiente in cui viviamo e una garanzia per la nostra salute.
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