Semplificazione per la differenziata dei RIFIUTI ELETTRONICI
La direttiva europea Raee stabilisce una quantità annua raccolta pro-capite di 4 kg di rifiuti di tale tipo anche se, come dice Giorgio Arienti (direttore di Ecodem, il consorzio di recupero e riciclaggio degli elettrodomestici) non sarà facile. Si sta ora aspettando un decreto di semplificazione degli adempimenti a carico dei distributori che consentirà l’avvio del ritorno “1 contro 1”: in questo modo i consumatori potranno restituire i propri rifiuti elettrici ed elettronici sia ai centri pubblici di raccolta sia ai distributori nel momento in cui acquistano un nuovo prodotto in sostituzione di quello vecchio. Il sistema è partito un anno fa ma ancora oggi molti commercianti non sono attrezzati per poter ritirare rifiuti elettrici ed elettronici, e se li ritirassero ci sarebbe il rischio che li vadano a stoccare in strutture non a norma di legge. Per questo serve questa semplificazione del sistema, oltre che aumentare il numero delle oasi ecologiche ove i cittadini possono portare questi tipi di rifiuti, evitando quindi la laboriosa (per tale tipo di rifiuto) raccolta porta a porta. Dal canto loro, i commerciati vorrebbero aprire un tavolo di confronto col Ministero dell’Ambiente per discutere sulle modalità di applicazione della normativa e consentire, ad esempio, che nei centri commerciali ci sia un unico centro di raggruppamento e che i distributori possano portare questi tipi di rifiuti direttamente ai centri di smaltimento senza passare dalle piazzole comunali.
I dati dell’ONU ci dicono che ogni anno la produzione di rifiuti elettrici ed elettronici varia tra i 20 e i 50 milioni di tonnellate (!!), ma come dice Greenpeace non si sa quale sia la loro esatta destinazione in quanto si tratta di un flusso nascosto che non viene intercettato dai sistemi di recupero attualmente in funzione: per flusso nascosto si intende la differenza tra la quantità di prodotti immessi in passato nel mercato e la quantità effettivamente recuperata come rifiuti dalle attività di raccolta. Purtroppo la maggior parte di questi rifiuti finisce nella rete di un business artigianale attivo nel Sud-Est asiatico (ove si recuperano metalli preziosi da tali rifiuti) o in alcuni paesi africani come il Ghana (ove vengono illegalmente smaltite immense quantità di rifiuti elettrici ed elettronici provenienti da Olanda, Germania, Svizzera, Danimarca e… Italia).
Purtroppo, come detto per la raccolta delle pile-batterie esauste, anche per i rifiuti elettrici ed elettronici ci sono state finora solo poche ed isolate iniziative per la loro raccolta, come ad esempio quella di Vodafone (in collaborazione con Legambiente ed Enel) per recuperare il silicio dei vecchi telefonini e riutilizzarlo per la produzione di pannelli solari (sono stati raccolti in tutto circa 11.000 telefonini che verranno utilizzati per produrre pannelli fotovoltaici da applicare alle scuole di sei città italiane).
E, sempre come detto nel precedente post per la raccolta delle pile-batterie esauste, anche per i rifiuti elettrici ed elettronici la loro raccolta e riciclaggio non solo ha un grande vantaggio in termini di protezione ambientale, ma anche in termini di produzione visto che si possono riciclare in nuova materia prima (basti pensare che da una tonnellata di telefonini gettati nella spazzatura si possono recuperare ben 150 grammi d’oro, un quintale di rame e tre kg d’argento!!!): naturalmente, ne varrà anche della nostra salute…
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