sabato 13 dicembre 2008

L'Italia e le navi dei veleni...

Un po’ di tempo fai dedicai un post alle famigerate “navi dei veleni” (se ne era occupata anche la rivista “Nuova Ecologia”). La vicenda di una di queste è ora diventata un libro: si tratta di “Navi a perdere”, scritto da Carlo Lucarelli (136 pagine, costo € 10), che fa parte dell’iniziativa editoriale Verdenero (questo libro ne è il 13° titolo). Verdenero, lo ricordiamo, è una collana di libri nata dalla collaborazione tra “Edizioni Ambiente” e Legambiente (http://www.legambiente.eu), alla quale hanno collaborato grandi scrittori (Loriano Machiavelli, Piero Colaprico, Giancarlo De Cataldo, Simona Vinci, Wu Ming, Massimo Parlotto), che si è data come unico tema (attualissimo) l’ecomafia, e quindi storie di abusivismo, traffici illegali di rifiuti, distruzioni del territorio, speculazione edilizia e, appunto, anche queste navi di rifiuti che vengono fatte affondare in mare. Inquietante!!!
“Navi a perdere” parla della nave chiamata "Rosso", una motonave da carico che il 14 dicembre 1990 si era arenata su una spiaggia calabrese e poi affondò. Nel dicembre 1995 Natale De Grazia (capitano di corvetta), che stava indagando sulla Rosso e sulla scomparsa di altre navi per conto della Procura di Reggio Calabria, si ferma in un autogrill (stava andando a La Spezia), prende un caffé, risale in macchina (era assieme a due carabinieri), impallidisce, fa fatica a respirare e muore poco dopo per arresto cardiocircolatorio: aveva solo 38 anni, è una strana coincidenza…
Da qui parte il racconto di Carlo Lucarelli, da questa strana vicenda, dalle indagini compiute da De Grazia sulla nave Rosso e sulle navi cariche di veleni scomparse nei mari italiani (50 secondo Legambiente). Il libro parte dal 1988 e dai rifiuti speciali (diossina proveniente da Seveso…) trasportati appunti dalla nave Jolly Rosso (nome che poi diventerà solo Rosso). Un anno dopo affonda: non si trova la falla che avrebbe fatto imbarcare acqua, bensì un buco nello scafo netto e squadrato come se fosse stato fatto da una fiamma ossidrica… Ci sono molti lati oscuri: come il marinaio che nella tappa di Napoli scende dalla nave (ufficialmente per malattia) dicendo ai compagni di scendere perché quella nave non avrebbe fatto ritorno..; o come i container della nave (ne vengono recuperati 20 su 25, e gli altri 5? Eppure c’era il tempo…); o come i camion, quelli che di notte arrivano ad una discarica sparendo poi nel nulla.
Loredana Lipperini, che ha scritto un articolo in merito al libro sul quotidiano La Repubblica di martedì 9 dicembre 2008, parlando del libro punta sul fatto che la parola “dietrologia” viene spesso usata nel racconto: Lucarelli la usa richiamando molti misteri italiani, come la morte di Enrico Mattei ad Ustica o l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin che stavano indagando proprio sull’ipotesi di traffico di armi e di rifiuti tossici in Somalia (armi arrivate mia mare e rifiuti tossici sotterrati sotto una strada costruita dalla cooperazione italiana)!
Il racconto di questo libro è purtroppo lo specchio di un’Italia in cui molto funziona in maniera losca, in cui molto è dettato dall’interesse economico a scapito, purtroppo e come sempre, del nostro caro ambiente e territorio.

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