sabato 13 dicembre 2008

Arca di Noè... alle Orcadi del Sud!

Quando si parla di biodiversità la mente porta subito al formidabile arcipelago delle Galapagos, al largo dell’Ecuador, dove approdò Darwin nel 1835 per compiere i propri studi sull’evoluzione avendo a disposizione sul posto una incredibile quantità di specie animali. Ma ora è stata fatta una scoperta sensazionale da una spedizione britannica: c’è un arcipelago di isole al largo dell’Antartide che possiede più specie animali delle Galapagos!!! Si tratta delle Orcadi del Sud, poste a 350 miglia a nord-est della Penisola Antartica: due isole principali (Isola du Couronnement e Isola Laurie) più vari isolotti, per una superficie complessiva di 620 kmq (quella delle Galapagos è di 8.100…). Le isole fanno parte dal 1962 del Territorio Antartico britannico (anche se sono rivendicate dall’Argentina…) e sono state scoperte nel 1821 dai cacciatori di foche e da Gorge Powell e Nathaniel Palmer. La spedizione britannica, del British Antarctic Survey, ha scoperto in queste isole ben 1.224 specie animali e 50 classi biologiche: delle 1.224 specie animali, 821 sono state scoperte sul fondo del mare!
La notizia è stata pubblicata in questi giorni sul Jornal of Biogeography e sulla stampa britannica e, in l’Italia, sul quotidiano La Repubblica di mercoledì 3 dicembre 2008: una notizia che stravolge quanto pensato finora sulle biodiversità, ovvero che fossero concentrate principalmente nelle zone equatoriali. Infatti, le Orcadi del Sud non sono il posto al mondo con il maggior numero di specie animali (infatti ce ne sono di più alle Hawaii, alle Canarie o ai Caraibi), ma rovesciano la teoria secondo la quale le aree equatoriali fossero quelle col maggior numero di specie, escludendo quindi quelle a clima freddo. Ora si è scoperto che questo angolo di Polo Sud ha più specie animali della giungla tropicale!!! Infatti David Barners, capo della spedizione, al quotidiano Guardian di Londra ha rilasciato un’intervista dicendo: “Da tanto tempo c’era la convinzione che i Tropici sono ricchi di flora, che le regioni polari sono povere di fauna e che quelle a metà strada sono una via di mezzo. Questa è stata la prima volta che un gruppo di studiosi e accademici ha potuto esaminare attentamente la fauna di un arcipelago polare ed è saltato fuori che non è povero di vita animale proprio per niente”.
Il lavoro della spedizione britannica non è stato per niente facile, soprattutto per le proibitive condizioni meteo (venti gelidi e violenti e temperature di decine di gradi sottozero) e per gli attacchi animali (orche e leoni marini). La spedizione è stata fatta con la nave James Clark Ross e lo stesso Barners (che ha fatto immersioni in tutto il mondo) dopo essersi immerso in quello gelide acque ha affermato: “Non penso di avere mai visto così tante specie di animali marini riunite tutte in un solo posto”!
Dobbiamo anche dire che la spedizione britannica era partita con un altro scopo: studiare i cambiamenti nella biodiversità provocati dal surriscaldamento globale, considerato che l’Antartide è una delle zone al mondo dove la temperatura media sta aumentando più velocemente (+3°C negli ultimi 50 anni…). Da qui poi la sensazionale scoperta. Secondo Alessandro Giannì, biologo e responsabile della Campagna Mare di Greenpeace (http://www.greenpeace.it), i risultati di questo studio dovrebbero far riflettere sulla necessità di tutelare con lo strumento della riserva marina anche i Poli: il fattore principale dell’immensa biodiversità delle Orcadi del Sud è la stabilità degli habitat che favorisce la speciazione permettendo relazioni complesse tra organismi. Purtroppo questa stabilità è ora in forte pericolo in quanto lo scioglimento continuo dei ghiacci sta favorendo una pesca irresponsabile nonché l’attività esplorativa delle risorse minerarie (nonostante viga una moratoria sull’estrazione)… C’è quindi assolutamente bisogno di proteggere le aree polari in quanto hanno sempre regolato il clima del nostro pianeta: alterarle, significa alterare il loro clima (già in corso di mutamento) e, conseguentemente, quello dell’intero pianeta con ripercussioni imprevedibili…

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