COGNOMI D'ITALIA: ma quanti sono!!!
Quello della ricerca dei cognomi è stato un lavoro lungo e complesso: le ricerche sono difficoltose, sia sul piano storico e diacronico (per l’assenza di documenti) sia sul piano sincronico e statistico. Nessuno finora aveva realizzato uno studio sui cognomi italiani così specifico: in passato erano usciti alcuni studi ma a livello locale e non nazionale (con l’eccezione degli studi di Emidio De Felice degli anni ’80). Il Dizionario tratta circa 60.000 cognomi: in realtà, in Italia di cognomi ce ne sono addirittura 330.000, ma il Dizionario tratta solo di quelli portati da almeno 200 persone, altrimenti sai quante pagine!!! I nomi censiti nei precedenti volumi erano invece circa 28.000… Con la distinzione che i cognomi sono così da molto tempo in quanto vengono tramandati, mentre i nomi seguono spesso le mode.
Diciamo pure che non è un grande privilegio per il nostro Paese avere così tanti cognomi (in totale 330.000: mediamente uno ogni duecento persone circa!!!), molti più di quelli delle nazioni vicine: il motivo di tanta abbondanza sta nella frantumazione sociale e culturale italiana e nella tardiva unificazione linguistica. Pensate che in Italia si considera molto diffuso un cognome che è portato da 3.000 persone e questo succede per appena 226 cognomi (su 330.000)!!! Tra l’altro, di questi 226 cognomi solo 86 appaiono su tutto il territorio nazionale (il più frequente è Rossi portato dallo 0.39% della popolazione!!!, seguito da Ferrari, Ricci, Conti, Cosa, Gallo, Mancini, Marino e Bruno), mentre 123 sono diffusi o solo al Nord o solo al Centro o solo al Sud Italia (ad esempio il 5° e il 6° cognome più diffuso, Esposito e Colombo, riguardano rispettivamente solo la Regione Campania e la sola parte nord-occidentale della Lombardia). Per comprendere il motivo di così tanti cognomi, basta pensare alle possibili varianti di un solo cognome: prendete Ferrari, esistono anche Ferraro, Ferrero, Ferrario, Ferraris, Ferrai, Ferreri, Ferreli, Ferrè, Ferè, Farè, De Ferrari, Ferrara, Ferrarin, Ferrarotti, ecc.. e se a questi aggiungiamo anche quelli di pari origine semantica (in questo caso, Fabbri), beh allora comprendete la notevole mole dei cognomi italiani.
C’è stata, inoltre, una difficoltà notevole nello scoprire l’origine di un cognome: ad esempio Bergamino potrebbe avere una diretta derivazione etnica (legata alla città di Bergamo) ma potrebbe avere anche un’origine professionale (bergamino era infatti l’addetto all’allevamento delle vacche da latte).
Il cognome quasi sempre è una parola che segna la nostra derivazione da una famiglia e in cui è possibile recuperare la memoria storica di un evento quale può essere un mestiere antico svolto da un avo, una provenienza geografica, una caratteristica fisica o comportamentale poi tramutatasi in soprannome, ecc… Il termine cognome (come viene inteso oggi) fu attestato dal Boccaccio e deriva da una modifica della formula onomastica romana a tre membri (ad esempio, Caio Giulio Cesare) che poi andò in crisi con la diffusione del cristianesimo che favorì l’adozione di un nome unico. Un secondo nome comincerà a diffondersi in Italia intorno al XII° secolo, in seguito al periodo del Rinascimento e del Concilio di Trento il quale stabilì il mantenimento di registri battesimali (fino ad allora discontinuo e sporadico) probabilmente per impedire i matrimoni tra consanguinei.
Il Dizionario comincia con il cognome Abà e finisce con Zuzzi: cognomi poco diffusi e dall’etimologia incerta. Il mio cognome è Montagna e da un punto di vista etimologico può essere facilmente spiegato. Il vostro com’è?
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