TEMPERATURA RECORD SUL MONTE ROSA. O NO?
Dopo che il 30 agosto 2008 si è registrata un’altra temperatura massima record (8.3°C), l’Area di Previsione e Monitoraggio Ambientale dell’ARPA Piemonte ha condotto una serie di verifiche ed analisi confrontando l’andamento delle temperature del Monte Rosa con quello di altre tre stazioni in quota della zona (Bocchetta delle Pisse, Passo del Moro e Gran Vaudala): hanno riscontrato una notevole differenza tra la massima del Monte Rosa del 27 luglio 2008 e quella delle altre stazioni rispetto alla media del trimestre giugno-agosto calcolata nel periodo 2002-2007, arrivando a stabilire che il record di 8.8°C non è valido. A proposito del dato annullato del 27 luglio 2008, l’ARPA Piemonte ha giustificato l’annullamento in questo modo: “Le cause che hanno indotto ad annullare tale misura non sono imputabili ad un danneggiamento o ad un mal funzionamento del sensore, ma a cause esterne di difficile individuazione”. Pertanto, dopo l’annullamento del dato e fino al 2008, i record storici del Monte Rosa (pur riferiti a soli 6 anni, da quando si misurano le temperature) erano i seguenti:
8.3°C il 30 agosto 2008
7.3°C il 19 luglio 2003 e l’8 agosto 2003
7.1°C l’11 giugno 2003
7.0°C il 30 giugno 2008
valori tutti in media con le situazioni meteorologiche che in quel momento interessavano l’Italia.
Arriviamo a quest’anno e per tutto il mese di agosto 2009 si registrano sul Monte Rosa altre temperature massime molto elevate ed un pò sospettabili (7.7°C il 23 agosto, 8.1°C il 27 agosto e 8.5°C il 15 agosto, nuovo record assoluto per la stazione): infatti, mentre le minime risultano in linea con quelle di stazioni posizionate in quota in altre località, le massime presentano invece uno scarto molto ampio, tale da far pensare che la schermatura del sensore termico dalla radiazione incidente non sia più adeguata. Questo sarebbe senza dubbio un grave danno, sia per l’immagine dell’ARPA Piemonte sia per il calcolo delle temperature medie che poi vengono utilizzate per lo studio del clima.
Proprio in questi ultimi giorni è arrivata una risposta dell’ARPA Piemonte ai dubbi sollevati dal sito Meteogiornale.it: l’ente sottolinea che è vero che molti di questi valori sono discordanti con quelli di altre stazioni ARPA posizionate in quota, ma sono invece in linea con quelli di una stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare posta sempre sul Monte Rosa ma sul Plateau Rosa a 3.480 metri di quota. La spiegazione di questo fenomeno sta nel fatto che tali valori elevati si sono avuti con velocità del vento molto basse registrate in quei giorni (il 15 agosto, ad esempio, massima di 8.5°C con vento di appena 2 metri/sec): questo non consentirebbe un buon rimescolamento dell’aria in loco e quindi è possibile che in pochi istanti la calma eolica e la forte radiazione solare scaldino notevolmente la superficie o la parete a cui il sensore è vicino, influenzando (ed innalzando) la temperatura dell’aria vicina al sensore stesso. Si tratta quindi di fenomeni di difficile controllo, in quanto le limitazioni e le difficoltà legate alla tipologia dell’installazione sono notevoli. Inoltre, è stato accertato che l’ARPA Piemonte ha effettuato una verifica della strumentazione il 12 febbraio 2008 riscontrandone la funzionalità, ed addirittura abbia sostituito tutti i sensori (termometro compreso) con altri certificati di pari caratteristiche in data 17 agosto 2009. E’ stata inoltre effettuata, in camera climatica certificata, una verifica di taratura sul termometro appena sostituito che era stato in funzione dall’estate 2007 all’estate 2009: ne è risultato che il termometro era perfettamente funzionante e conservava la precisione strumentale dichiarata.
Restano pertanto alcuni fattori ancora difficili da verificare ma che possono influenzare l’esatta registrazione della temperatura dell’aria sul Monte Rosa: sono certo dell'ottimo lavoro svolto regolarmente dall'ARPA Piemonte, ma forse per ovviare a questi problemi si dovrebbe trovare un’altra sistemazione alla stazione meteorologica (ora è sul tetto del rifugio), magari lontano da qualsiasi superficie passibile di surriscaldamento, al fine di poter avere dati certi sull’andamento climatico delle nostre montagne, tanto utile ormai in fatto di studio sul riscaldamento globale e sullo scioglimento dei ghiacci.
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