venerdì 2 ottobre 2009

RISCALDAMENTO GLOBALE = PIU' URAGANI?

È una domanda che i climatologi si sono posti spesso negli ultimi anni, soprattutto dopo il 2005, anno record di uragani nell’Oceano Atlantico (e l’anno del famoso uragano “Katrina”). Ma se la sono posti anche dopo che lo scorso anno (ed anche quest’anno) di uragani ce ne sono stati davvero pochi, contro ogni previsione. Ma allora, questo riscaldamento globale influisce sulla formazione degli uragani, oppure no? Per rispondere a questa domanda i ricercatori dell’Università di Clemson hanno effettuato una ricerca prendendo in considerazione su tutti gli uragani che hanno colpito l’Atlantico dal 1850 ad oggi e i risultati sono stati due:
  • è aumentato il loro numero per anno (come verificabile nel grafico): se tra il 1850 ed il 1935 erano in media compresi tra 5 e 10 l’anno, successivamente sono aumentati con una frequenza media compresa tra 10 e 15 (fino al picco record del 2005, ben 28 fenomeni tra uragani e cicloni tropicali);
  • allo stesso tempo non vi è stata però un’intensificazione della potenza dei singoli uragani, rimasta pressoché invariata nel tempo.
Pertanto, se il riscaldamento globale sta comportando inevitabilmente un aumento della temperatura delle acque oceaniche che, di conseguenza, comporta una maggiore predisposizione alla formazione di uragani, contemporaneamente non si può affermare che essi sono aumentati di intensità: uragani potenti e distruttivi ci sono sempre stati (uno dei più forti fu quello che nel 1900 rase al suolo la cittadina di Galvestone, nel Texas). Dobbiamo anche dire che l’uragano “Katrina” del 2005 è stato certamente violento, ma la distruzione fu provocata soprattutto dal cedimento delle dighe che proteggono New Orleans, dovuto alla loro scarsa manutenzione più che alla forza della marea alzata dai venti…
Tuttavia, appurato che il riscaldamento globale ha comunque le sue colpe, c’è anche da dire che hanno la loro influenza sulla frequenza degli uragani due fenomeni naturali che si verificano periodicamente nell’Oceano Pacifico centro-orientale e che riguardano la variazione di temperatura nelle sue acque: si tratta del “Nino” (riscaldamento delle acque in questa parte dell’oceano) e della “Nina” (fenomeno opposto), che riescono ad avere ripercussioni sul clima di tutto il globo. Ad esempio, l’anno record di uragani in Atlantico (il 2005) si è verificato in concomitanza della “Nina”, mentre il 2008 ed il 2009 (anni con pochissimi uragani) sono stati caratterizzati al contrario dal “Nino”.
Devo fare però una considerazione: purtroppo spesso accade che i media d’informazione di tutto il mondo (ma soprattutto quelli occidentali) si preoccupino quasi esclusivamente degli uragani atlantici (in quanto diretti nei Caraibi e negli USA…) e quasi sempre si “dimenticano” dei tifoni che colpiscono varie zone dell’Oceano Pacifico: è il caso di quest’anno, quando una serie incredibile di tifoni sta portando morte e distruzione in Estremo Oriente. Proprio il “Nino” che sta interessando l’Oceano Pacifico (anche se di media intensità) sta dando un surplus di riscaldamento alle acque del Pacifico equatoriale, fornendo quindi più energia per la formazione dei tifoni. Ed infatti, in questa stagione già 19 tra tifoni e tempeste tropicali si sono sviluppati in questa parte del Pacifico, andando ad interessare sempre le stesse zone: coste cinesi, Taiwan e Filippine.
Abbiamo visto in questi giorni le tremende devastazioni causate dal tifone “Ketsana” sulle Filippine, uno dei più forti degli ultimi decenni: non tanto per i venti (seppur violenti) quanto per le precipitazioni eccezionali (fino a 500 mm d’acqua in due giorni) che hanno causato alluvioni disastrose e che, lo ricordiamo, colpiscono spesso popolazioni non proprio fortunate…
Nella lista dei tifoni di quest’anno cito: il tifone “Molave” che il 19-20 luglio colpì il sud della Cina ed Hong Kong; il tifone “Morakot” che dall’8 agosto ha interessato per alcuni giorni l’isola di Taiwan, con venti fino a 180 km/h e precipitazioni eccezionali (in alcune zone interne sono caduti fino a 2.900 mm d’acqua in 3 giorni!!!), causando oltre 500 morti; il tifone “Choi Wan” che dal 14 settembre e per alcuni giorni colpisce prima le Isole Marianne e poi le Isole Bonin, Volcano e Iwo To con venti fino a 260 km/h (e raffiche fino a 306 km/h!!!), di categoria 5 (il massimo sulla scala), con pressione centrale di appena 922 hPa ed onde alte fino a 12 metri!! E poi una lunga serie di tempeste e depressioni tropicali che, seppur non avendo raggiunto la forza di tifone, hanno portato morte e distruzione in varie zone.
A parte il tifone “Ketsana” di questi ultimi giorni, gli altri fenomeni non sono nemmeno stati citati dall’informazione: vorrei vedere se avessero interessato gli USA… Ed ora si sta rinforzando il tifone “Parma”, previsto di “categoria 3” (su una scala di 5 dove 5 è il massimo) che potrebbe nuovamente investire le Filippine: ne sapremo qualcosa? Quelle povere persone non hanno la nostra stessa dignità? Non hanno il nostro stesso diritto ad essere aiutate in caso di calamità? Sì, ma se non lo sappiamo non le possiamo aiutare. Purtroppo questi tifoni fanno notizia solo se colpiscono pozzi petroliferi! Da noi fanno notizia appena due giornate consecutive a 35°C…

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