mercoledì 14 ottobre 2009

ROMA: grandi scoperte archeologiche dell'era imperiale!

In queste ultime settimane, dagli scavi per la nuova linea metropolitana di Roma e durante altri lavori di rafforzamento stanno affiorando dei veri e propri gioielli artistici direttamente dall’era imperiale: l’ateneo di Adriano e la Coenatio Rotonda nella Domus Aurea di Nerone. Dei fatti ne ho trovato notizia su due articoli di Carlo Alberto Bucci apparsi sul quotidiano La Repubblica il 30 settembre ed il 9 ottobre scorsi, e sono documentati sui siti http://www.archeoroma.beniculturali.it e su http://www.beniculturali.it. Vediamo di cosa si tratta.
Ateneo di Adriano. Nel 133 d.C. l’imperatore Adriano, di ritorno dalla Palestina, fece costruire un ateneo per ospitare poeti, retori, filosofi, scienziati, letterati e magistrati, che dovevano affrontare orazioni, gare di versi e dibattiti in latino e in greco. L’imperatore fece costruire questo ateneo a sue spese sul modello del tempio di Atena ad Atene: Aurelio Vittore definì l’ateneo ludum ingenuarum artium. Ora, durante gli scavi per la nuova linea metropolitana, si sono trovati alcuni reperti in un angolo di Piazza Venezia, dove non era mai stato scavato prima d’ora: a dire il vero, già durante i primi scavi effettuati ad aprile 2008 vicino alla chiesa di Santa Maria di Loreto (in Piazza Venezia) venne alla luce una scala monumentale. In un primo momento si pensò alla gradinata di accesso ad un edificio pubblico, poi il soprintendente archeologo Angelo Bottini fece notare che quelle gradinate sembravano fatte più per stare seduti che per essere salite. Poi, il progredire degli scavi portò alla scoperta anche di un’altra gradinata, posta di fronte a quella già rinvenuta, e fu così che si arrivò alla scoperta delle gradinate dell’aula magna dell’ateneo. Si è arrivati pertanto alla scoperta di un edificio del quale non si sapeva la localizzazione, visto che non figurava neppure nella pianta della città Forma Urbis risalente al 203-211 d.C. Si tratta di una grande scoperta, che sarà illustrata dagli archeologi della Soprintendenza speciale di Roma il prossimo 21 ottobre dal commissario per la metropolitana Roberto Cecchi, che farà il punto della situazione sui lavori svolti.
Coenatio Rotunda nella Domus Aurea di Nerone. Ancora più sensazionale questa scoperta: durante alcuni lavori di rafforzamento di un muro, gli archeologi hanno scoperto sotto il Palatino il celeberrimo “salotto girevole” di Nerone! Si trattava di una stanza rotante, che girava giorno e notte imitando il movimento della Terra, che regalava un panorama mozzafiato su tutta la città. Ciò conferma quanto sosteneva Svetonio, il quale descriveva la struttura affermando che il soffitto della stanza era fatto di tavolette d’avorio mobili, percorse da tubazioni, per poter lanciare sui commensali fiori o profumi. Incredibile! La struttura ha un’altezza di 12 metri (su due piani da 6 metri ciascuno), con un perimetro esterno di ben 16 metri e muri dello spessore addirittura di 210 cm: il cilindro centrale ha un diametro di 4 metri (vedi immagine). Non si è ancora scoperto come faceva a ruotare la struttura: si pensa che potesse girare come un mulino azionato e spinto dall’acqua, oppure che fosse spinta da animali. Non si ha ancora la certezza comunque che si tratti del salotto girevole di Nerone, tuttavia le prove a carico sono molte: l’edificio è infatti in asse con gli altri ambienti della Domus Aurea. C’è ancora da scavare per portare alla luce tutta la struttura, ma il commissario per l’archeologia di Roma, Roberto Cecchi, ha già messo subito a disposizione 200 mila euro.
Magica Roma! Tutto questo grazie al sapiente lavoro degli archeologi che non solo col loro lavoro riportano alla luce tracce della millenaria storia del nostro paese ma rappresentano anche una delle più importanti scuole al mondo di archeologia. Col rischio, però, costante del taglio ai loro fondi da parte della Finanziaria… In questi giorni ricorre il 110° compleanno della Scuola Archeologica Italiana di Atene che coordina gli scavi nel territorio greco, in particolare a Creta dove ha riportato alla luce in questi anni un palazzo risalente al Protopalaziale (1900-1700 a.C.), il famoso Disco di Festo (dalla scrittura indecifrabile e misteriosa), stanze reali, botteghe di artigiani, magazzini, tutti risalenti all’epoca minoica (a proposito, tale Scuola è stata profondamente criticata dal quotidiano La Padania il quale afferma che si dovrebbe studiare solo la storia dei Celti…! Senza vergogna!). Ricordiamo che in tale Scuola vengono formati ragazzi all’archeologia, sul modello del campus: purtroppo le sempre più scarse risorse fornite dallo Stato italiano stanno portando al serio pericolo di chiusura della Scuola, con una perdita gravissima in fatto di storia ed archeologia. Salvo (ormai, solo) finanziamenti privati…

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