domenica 24 gennaio 2010

Ecco le mappe web della geografia alternativa!

È nata OPEN STREET MAP (http://www.openstreetmap.org), ovvero una fondazione no profit con sede in Inghilterra e con associati in tutto il mondo che conta attualmente circa 210.000 iscritti (2.000 i volontari italiani). Che cosa fa questa organizzazione? Aggiorna le cartine geografiche del nostro pianeta che vengono ignorate dai satelliti: si tratta di mappe inedite di zone scoperte dalla copertura satellitare semplicemente per mancanza di interesse commerciale. Infatti, spesso la scelta di cosa rappresentare sulle carte geografiche e di come rappresentarlo è dettata dalle esigenze della politica o del denaro, come sottolinea giustamente Valerio Gualerzi sul suo articolo pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 14 dicembre 2009.
Lo afferma anche Simone Cortesi, membro del consiglio di amministrazione di OpenStreetMap in rappresentanza dei 2.000 volontari italiani, il quale dice: “Ci sono zone del mondo che non sono disponibili sui navigatori satellitari perché manca un tornaconto economico a realizzare i programmi”. Purtroppo, ha ragione…
Basta fare alcuni esempi: la città di Gaza, martoriata dall’eterna guerra tra israeliani e palestinesi. Il satellite non garantisce una copertura dettagliata della città, evidentemente per mancanza di tornaconto economico: ma OpenStreetMap ha realizzato delle mappe dettagliate della città che ora, ad esempio, le ambulanze potranno utilizzare per correre in soccorso dei malati e dei feriti degli attacchi di guerra. La stessa cosa è stata fatta per la città di Baghdad.
Come hanno fatto i volontari di OpenStreetmap a fare queste mappe? Hanno acquistato delle generiche mappe satellitari, le hanno elaborate (sia da un punto di vista informatico che geografico) con le indicazioni dei nomi delle vie e dei sensi di circolazione raccolte sul posto dai volontari durante più viaggi ed escursioni. Da qui si riesce ad elaborare delle mappe molto dettagliate: queste mappe, consultabili sul sito dell’associazione, possono essere stampate in formato cartina e possono essere scaricate come software consultabile sui navigatori satellitari. Si tratta di un sistema che ricorda un pò il principio usato per Wikipedia: si tratta di un sistema che presenta delle potenzialità molto vaste, e comunque già Google aveva annusato l’affare un po’ di tempo fa istituendo il sistema Panoramio per la visualizzazione dei luoghi attraverso le foto scattate e caricate sul web dagli utenti (http://www.google.it/help/maps/streetview/).
Questo nuovo sistema sta consentendo anche altre rielaborazioni, ovvero delle mappe di città già coperte dettagliatamente dal satellitare ma che indicano adesso anche servizi di utilità pubblica o sociale come le piste ciclabili, le indicazioni turistiche, i percorsi pedonali, ecc… Questo ha permesso così di individuare i sentieri alpini del Cai, il posizionamento delle fontanelle nei centri storici delle città (come a Roma), la dislocazione delle campane per la raccolta differenziata, i parcheggi per i disabili (come a Trondheim), la mappa degli scavi (come a Pompei), addirittura le gabbie degli animali allo zoo di Amsterdam. E comunque ci sarebbe un’infinità di esempi utili da poter citare.
Il lavoro di aggiornamento delle mappe non è comunque sempre facile: tanto per fare l’esempio italiano…, nel nostro paese la normativa è ambigua in materia di uso delle mappe in quanto tutte le amministrazioni locali sono tenute a realizzare delle mappe del loro territorio ma i termini dei diritti d’uso non sono per niente chiari, e questo crea spesso alcuni problemi in quanto queste mappe non vengono messe a disposizione dei volontari. Ma qualcosa si sta muovendo: ad esempio, il Friuli Venezia Giulia è uno dei pochi enti che ha messo il suo materiale a disposizione dei volontari permettendo così la realizzazione di carte dei centri urbani assolutamente perfette e dettagliate.
Quindi, senza ombra di dubbio un bel salto in avanti sulla qualità delle mappe satellitari, soprattutto per l’uso che si può fare con queste mappe aggiornate al servizio della collettività.

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