giovedì 22 aprile 2010
Proprio il mio ultimo post era dedicato alle cosiddette "Autostrade del Mare", ovvero a quella rete di canali e fiumi navigabili del Nord Italia che permette il trasporto delle merci tramite navi e che potrebbe essere fortemente incrementata per togliere una bella fetta di traffico merci dalle strade ed autostrade con risvolti positivi sul traffico e sulla qualità dell'aria. Sarebbe fantastico. Paolo D'Amico, presidente di Confitarma (Confederazione Italiana Armatori, http://www.confitarma.it), ha recentemente detto: "Le Autostrade del mare sono un importante fattore di sviluppo, non richiedono investimenti faraonici e tempi biblici per la loro realizzazione: è sufficiente avere navi e porti efficienti". Tuttavia, come per tante altre cose "all'italiana", c'è sempre qualcosa che non va: la flotta navale italiana è giovane e all'avangurdia, però il sistema dei porti è ormai vecchio, inadatto ad un incremento di trasporto merci, tanto che la riforma portuale non è ancora stata attuata (e chissà se e quando sarà attuata...), e tra l'altro (ciliegina sulla torta!) non è stato prorogato l'Ecobonus (ovvero il contributo pubblico che viene elargito agli autotrasportatori) e addirittura i fondi stanziati in passato per il trasporto fluviale sono stati dirottati al cosiddetto "ferrobonus" (ovvero gli incentivi pubblici al combinato ferroviario). Per carità, certamente è da appoggiare anche il trasporto ferroviario, ma non a discapito di un altro trasporto pulito ed alternativo come quello fluviale: oggi ben il 60% delle merci viaggia su strada e solo il 4% del carico trasportato su distanze superiori ai 500 km transita sulla rete fluviale-marina!!! Solo aumentando questa percentuale dal 4 al 10% si toglierebbero dalle strade ben 240.000 tir, con miglioramento dell'inquinamento atmosferico ed acustico e con notevoli risvolti sul traffico. I governi, però, in campagna elettorale (e non solo...) continuano sempre e solo a parlare di strade, autostrade, bretelle, tangenziali...
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