giovedì 22 aprile 2010
Alcune settimane fa era nato il problema relativo alla restituzione all'Italia da parte degli USA dell'Atleta di Lisippo: si tratta di una bellissima statua in bronzo risalente al IV secolo a.C. che rappresenta un atleta e che (si presume) era stata realizzata dallo scultore ellenistico Lisippo. Tale statua era stata rinvenuta il 14 agosto 1964 da un pescatore (Romeo Pirani, deceduto nel 2004) nel Mare Adriatico al largo di Fano (Marche), il quale poi la vendette ad un antiquario di Gubbio (PG) per 5.000.000 di lire: per anni la scultura scomparve nel nulla e riapparve nel 1977 al Getty Museum di Malibu (California) che l'aveva acquistata per 3,9 milioni di dollari; ad oggi la statua è ancora lì. Si tratta di un'opera davvero importante: si presenta con la base mancante sino all'altezza delle caviglie e avrebbe potuto far parte di un gruppo celebrativo composto da atleti vittoriosi posto in un santuario dedicato ad Apollo (come quelli di Delfi e Olimpia). Da un pò di tempo l'Italia si è mossa per poter riavere (giustamente) l'opera: nel 2007 il Getty Museum ha annunciato la restituzione allo Stato Italiano di 40 opere, però tra queste non figura l'atleta di lisippo perchè secondo Julie Jaskol (portavoce della Fondazione che gestice il museo americano) "L'atleta vittorioso è greco e non italiano e poi non l'abbiamo sottratto, all'epoca il museo lo pagò profumatamente e non c'è stato niente di criminale nelle nostre azioni. Il ritrovamente avvenne in acque internazionali". Si è arrivati alle vie giudiziarie, tanto che l'11 febbraio di quest'anno il gip di Pesaro Lorena Massoni ha ordinato la confisca dell'opera, ma il Getty Museum ha deciso di andare in Cassazione. Non è la prima volta che si verificano casi del genere, anzi sono molte le opere italiane che si trovavano all'estero e che sono state restituite all'Italia: la Venere di Morgantina (trafugata in Sicilia, sarà restituita quest'anno dal Met di New York), la Coppa di Satiro (restituito nel 2007), i Grifoni pugliesi (trafigati ad Ascoli Piceno, sono stati restituiti nel 2007), il Giardino delle Esperidi (restituita dal Getty Museum all'Italia nel 2008), il Sileno e le Meneadi (restituita nel 2007) e il famosissimo Vaso di Eufronio (trafugato da una tomba etrusca, è stato restituito nel 2008). Il problema sta purtroppo nel traffico delle opere, come ha affermato recentemente Salvatore Settis, storico dell'archeologia e direttoire della Normale di Pisa, il quale intervistato dal giornalista del quotidiano la Repubblica Dario Pappalardo ha affermato: "Dal 1909 abbiamo le migliori leggi in materia di tutela dell'archeologia. Tutto ciò che si scava nel nostro sottosuolo appartiene all'Italia. Negli ultimi anni, in fatto di restituzioni da parte di enti stranieri, abbiamo avuto importanti ssuccessi. Nonostante questo, gli acquisti incauti continuano. E ci sono ancora parlamentari del Pdl che promuovono proposte di legge per legalizzare il possesso di beni archeologici e quindi la loro vendita. Insomma, l'archeo-condono è ancora una minaccia. Per fortuna, finora i ministri dei Beni Culturali che si sono succeduti negli anni hanno sventato gli attacchi". Ma fino a quando ci riusciranno?
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