domenica 24 ottobre 2010

FAI: l'appello al ministro del Turismo

"Il FAI vuole mettere a disposizione la propria esperienza per salvare il turismo del paese, che è a rischio. Il ministro Michela Vittoria Brambilla dice che è aumentato del 2%, ma quando vado in giro per l'Italia tutti gemono e si lamentano. I parchi inoltre, con i tagli previsti, sono a rischio di chiusura. Ma noi abbiamo la ricetta, che è data dalla creazione di circuiti in cui si associno arte, cultura, buon cibo e artigianato. Questa è la formula vincente, ci affidino i grandi centri culturali, perfino la valle dei Templi di Agrigento, noi sapremo come rilanciarli". Questo è l'accorato appello che Giulia Maria Crespi (Presidente del FAI - Fondo Ambiente Italiano, http://www.fondoambiente.it) lancia a Michela Vittoria Brambilla (ministro del Turismo, http://www.michelavittoriabrambilla.it).
L'appello viene lanciato perchè con i continui tagli imposti dal Ministero dell'Economia le aree culturali e naturali italiane sono destinate alla chiusura e alla rovina: l'Italia dovrebbe essere al 1° posto nelle classifiche mondiali del turismo, perchè nessun altro paese al mondo ha un patrimonio storico-artistico-naturale come il nostro. Ma questo non sta succedendo, perchè in Italia le priorità del governo sono le centrali nucleari, costruire nuovi aereoporti (come l'ampliamento di Malpensa nel Parco del Ticino...), realizzare nuove strade/autostrade e il Ponte di Messina: per queste opere i soldi si trovano sempre. Ma, oltre che distruggere ulteriormente il territorio, lasciano senza fondi proprio quell'incredibile patrimonio storico-artsitico-naturale che abbiamo.
Il FAI è convinto di avere la ricetta giusta per rilanciare il turismo: ovvero collegare tra loro i luoghi di un territorio con circuiti piacevoli e lenti, contenendo anche le spese. Ne è convinto perchè in Piemonte il FAI è già riuscito in questo intento, e con grande successo: sono stati eccellentemente messi in collegamento tra loro castelli, il paesaggio, le montagne, la produzione locale e il buon cibo, creando un buon indotto e nuovi posti di lavoro.
L'esempio il Presidente del FAI lo fa sui tagli imposti ai parchi: ci sono in Italia 24 parchi nazionali e 144 parchi regionali, per i quali nel 2011 verranno stanziati 30 milioni (a fronte dei 54 stanziati in precedenza...). Come si può pensare, con sempre meno soldi, di continuare nella lotta per prevenire gli incendi, per contrastare l'abusivismo, per garantire la sicurezza contro il rischio idrogeologico? Ma queste cose sembrano non essere segnate come punti urgenti nell'agenda dei politici, soprattutto dell'attuale governo, impegnato com'è nella propaganda elettorale delle centrali nucleari e nell'urgentissima (ma solo per il Cavaliere) riforma della Giustizia (in questo drammatico momento economico la cosa principale sembra essere la separazione delle carriere dei giudici e il lodo Alfano...). E pensare che il turismo dovrebbe essere la prima industria del paese: a proposito, visitate il sito http://www.italia.it.
In Italia non si è ancora capito che dovrebbe essere la cosiddetta green economy a farci uscire da questa crisi: abbiamo bisogno contemporaneamente di creare migliaia di nuovi posti di lavoro e di investire sul patrimonio storico-artistico-naturale. Il connubio sarebbe importante per risolvere nello stesso tempo i due problemi, oltre che rilanciare il turismo aumentando le entrate per le casse dello Stato. Perchè gli italiani quando vanno a votare non si chiedono chi si sta impegnando in questo?

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