domenica 17 ottobre 2010

Il giallo delle ossa di GIOTTO...

Li chiamano i "RIS dei Beni Culturali": si tratta degli studiosi del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici e Culturali, coordinati dallo storico Silvano Vinceti e finanziati da fondazioni bancarie e università, che ha come scopo trovare la verità su alcune vicende storiche usando strumenti diagnostici ed investigativi della scienza. Si tratta di antropologi, medici e genetisti che, partendo da documenti storici, utilizzano analisi del DNA, tac e spettrografie effettute su resti ossei. Ne ha dedicato un articolo "il Venerdì" (l'inserto settimanale del quotidiano la Repubblica) nel numero dello scorso 6 agosto, nell'articolo di Natascia Ronchetti.
Questi RIS sono già arrivati alla soluzione di alcuni misteri storici: per molto tempo si è pensato che il filosofo Pico della Mirandola fosse stato avvelenato e che il filologo e poeta Poliziano fosse morto di sifilide, ma grazie alla spettrometria di massa (tecnica usata in antropologia per rilevare nelle ossa la presenza di metalli pesanti) sono state trovate tracce di arsenico in entrambi, in dosi tipiche dell'avvelenamento, arrivando alla conclusione che ad uccidere i due sia stata la stessa persona. Recentemente i RIS hanno scoperto che questa persona omicida era il filosofo ed umanista fiorentino Marsilio Ficino: è stata infatti trovata una lettera alla biblioteca Laurenziana di Firenze, dell'inizio del 1494, nella quale Pico della Mirandola (anche a nome di Poliziano) minacciava di denunciare Ficino all'Inquisizione per la sua inclinazione verso la magia e l'occultismo. Caso risolto! Giorgio Grupponi (antropologo e docente all'Università di Bologna) afferma infatti che è pur vero che a quell'epoca l'arsenico veniva utilizzato in medicina, ma confrontando i resti ossei di Pico della Mirandola con quelli di un altro individuo sepolto con lui ha dimostrato che la quantità di arsenico presente in Pico della Mirandola era molto più elevata. Utilizzando i metodi della genetica e dell'antropologia non solo si può risalire a quando è morta una persona, ma addirittura alle malattie che aveva avuto!
Altro caso risolto è stato quello di Caravaggio: le ossa trovate presso il cimitero di Porto Empedocle sono proprio le sue. Per molto tempo ci si era fidati solo dei documenti storici: grazie all'esame del Carbonio 14, si è accertato che i resti ossei sono risalenti a circa il 1600 (Caravaggio è morto nel 1610), poi ricostruendo la discendenza dell'artista attraverso il cognome si è risaliti ad una trentina di persone, e confrontando il loro DNA con quello estratto dalle ossa rinvenute si sono trovate molte parti in comune (curiosità: un documento trovato nel 2001 nella parrocchia di Sant'Erasmo a Porto Ercole, nel Grossetano, afferma che Caravaggio morì il 18 luglio 1610 nell'ospedale di Santa Maria Ausiliatrice, dopo due giorni di malattia: sembra però un falso perchè Silvano Vicenti afferma che non ci sono tracce storiche dell'esistenza dell'ospedale, mai citato nei libri della parrocchia, mentre la morte di Caravaggio non fu mai trascritta nel Libro dei Morti per poter così entrare in possesso di suoi dipinti contesi da prelati e principi. Caravaggio morì certamente in luglio, ma non si sa in che giorno).
Ora la nuova impresa dei RIS: risolvere il giallo delle ossa di Giotto, trovate nel 1972 durante alcuni scavi nella cattedrale di Santa Reparata a Firenze (sono rimaste il cranio, parte della mandibola, una tibia e qualche altro frammento). Nel 1995 Francesco Mallegni dell'Università di Pisa arrivò alla conclusione che fossero le ossa di Giotto perchè gli esami avevano confermato che si trattava di ossa di un uomo morto in età avanzata e che avevano assorbito metalli pesanti (piombo e mercurio) usati per i colori dell'attività di pittore. Però qualcosa non quadra: una testimonianza storica del 1549 posiziona la tomba di Giotto a nord della cattedrale, mentre le ossa sono state trovate in una tomba a sud. Inoltre, all'interno della tomba, c'erano monete che non coincidevano con l'epoca della morte di Giotto (morto l'8 gennaio 1337). Per risolvere questi dubbi si ricorrerà ora all'esame del Carbonio 14 e a quello del DNA, seguendo la traccia del cognome. I lavori sono partiti lo scorso mese di settembre: non ci resta che aspettare!

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