Ci sono oggi in Italia circa 700 pozzi petroliferi, dai quali si estraggono ogni anno 4,5 milioni di tonnellate di petrolio (di cui ben 3 milioni nella sola Basilicata!), e dai quali lo Stato Italiano incassa annualmente ben 800 milioni di euro! In realtà questo petrolio contribuisce solo per un 4% sulla bilancia energetica nazionale e rappresneta il 5% del fabbisogno energetico del nostro paese. Ecco perchè i petrolieri vogliono estrarre più petrolio in Italia, procedendo con nuove trivellazioni. Ebbene: sono già state recentemente rilasciate dal Ministero dell'Ambiente 95 autorizzazioni per nuove trivellazioni, di cui 71 a terra (per una superficie di ben 25.000 kmq!) e 24 a mare (per una superficie di 11.000 kmq!). Ma sono già state presentate altre 65 istanze (24 a terra e 41 a mare), e crediamo che il Ministero dell'Ambiente non trovi difficioltà nell'accoglierle.... Un boom: come è stato un boom il petrolio estratto dai mari italiani nei primi due mesi del 2010: 113.000 tonnellate di petrolio, ben +35% rispetto al periodo precedente!! Quali sono le zone per le quali le compagnie petrolifere hanno richiesto di poter trivellare? Il Parco del Curone nella Brianza, le Isole Tremiti, le coste meridionali della Sicilia, metà del territorio abruzzese, l'area marina di Cagliari ed Oristano, le coste marchigiane, l'area di mare tra le Isole Egadi e Pantelleria, la parte calabrese del Mar Ionio e il mare a sud dell'Isola d'Elba: inquietante!
Ma che convenienza ha l'estrarre questo petrolio che inciderebbe comunque in una piccolissima parte del fabbisogno energetico nazionale e che allo stesso tempo rappresenta un serio pericolo per l'incolumità ambientale del nostro paese? Probabilmente la convenienza è solo economica, e per pochi (oltre che per lo Stato...). Quello Stato che dovrebbe proteggere il proprio patrimonio naturale, senza eguali nel resto del mondo: ed invece pensa solo ai soldi... Basti pensare che sono state recentemente autorizzate (dopo una lunga battaglia) le trivellazioni in Val di Noto, nella Sicilia sud-orientale, che è stato dichiarato patriomomio mondiale dell'Unesco...
E' negli occhi di tutti il tremendo disastro ecologico causato dal pozzo petrolifero della BP nel Golfo del Messico la scorsa estate: come possiamo permetterci in Italia di correre un rischio del genere, in un paese con un patrimonio naturale che tutti ci invidiano e che è già in pericolo anche senza le trivellazioni per inquinamento, scarichi illegali, urbanizzazione selvaggia? Conoscendo poi quanto l'odore dei soldi sia forte in Italia, mi viene il pel d'oca a pensare cosa comporterebbe per il nostro paese un disastro ecologico simile. Vi spiego perchè.
Proprio in questi giorni ho letto una notizia sconvolgente sul disastro ecologico che era stato causato dall'esplosione della superpetroliera Haven davanti alla costa ligure (tra Savona e Genova, a 3 km dalla costa), avvenuta alle ore 12:30 dell'11 aprile 1991, una delle più gravi sciagure ambientali della storia italiana. Nell'esplosione morirono tra l'altro 5 persone: la petroliera (che trasportava 144.000 tonnellate di greggio) bruciò per tre giorni, dopo di che il 14 aprile alle ore 10:30 si inabissò (il cassero di poppa a 36 metri di profondità e la chiglia a 80). Sui fondali sono rimaste oltre 42.000 tonnellate di greggio sparsi su una superficie di circa 200 kmq: intanto l'11 marzo 2000 la Corte d'Appello di Genova assolve gli armatori della Haven (mentre i pm avevano chiesto per loro 7 anni per omicidio colposo plurimo e disastro colposo), e poi di fronte alla richiesta di danni di ben 2.000 miliardi di lire avanzata dagli esperti l'Italia ne riesce ad incassare solo 117! Tutto finito? No, perchè qui viene il bello (anzi, il brutto): dopo quasi vent'anni, una denuncia della trasmissione televisiva "Report" (
http://www.report.rai.it, in onda ogni domenica sera su RaiTre alle ore 21:30) scopre che le 42.000 tonnellate di greggio sono oggi ancora sul fondo del mare e da 20 anni sta inquinando e facendo ammalare i pesci che poi noi mangiamo. E i 117 miliardi di lire per la bonifica? Ne sono stati spesi solo 16 per bonificare una parte della Haven, bonifica affidata alla Protezione Civile..., certificando poi che la acque erano pulite!! E gli altri 101 miliardi di lire? Sono stati usati in altre opere: per rifare la passeggiata a mare di Arenzano, per sistemare alcune reti fognarie e alcune aree dell'ex ferrovia di alcuni comuni della costa ligure!!
Ma vi rendete conto? Lo Stato incassa dei soldi per bonificare il mare dal greggio depositato e cosa fa? Dichiara che le acque sono pulite, tanto in superficie non si vede niente, utilizza i soldi per altro e permette che noi continuiamo a mangiare pesci ammalati facendoci ammalare e morire di cancro!! Questo è lo Stato Italiano: e noi dovremmo essere felici delle nuove trivellazioni?
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