domenica 17 ottobre 2010

VERDI: "Il Sole che ride non ride più"

Il Sole che ride non ride più: un giro di parole efficace ma che rappresenta al meglio la situazione del partito dei Verdi oggi in Italia. E questo è il titolo dell'articolo che il settimanale L'Espresso del 2 settembre 2010 ha dedicato all'argomento: la Federazione dei Verdi guidata da Angelo Bonelli (http://www.verdi.it) è uscita letteralmente decimata dalle ultime elezioni, in pratica fuori dal Parlamento sia italiano che europeo, con soli 5 consiglieri regionali. Nelle ultime elezioni, nelle regioni in cui i Verdi si sono presentati con una lista autonoma, hanno raccolto tra lo 0,7 e l'1,7%: incredibile! Il bello (anzi, il brutto!) è che in Europa i Verdi vanno forte, anzi fortissimo: in Germania alle politiche hanno raggiunto il 10,7% e dagli ultimi sondaggi sono addirittura al 20-22% (primo partito a Berlino)!!! In Francia, in occasione delle Europee del 2009, i Verdi hanno raggiunto il 16,3% raggiungendo quasi i socialisti! Come mai in Italia questo non avviene? Chi prima votava per i Verdi, ora per chi potrebbe votare? Bella domanda...
I Verdi racchiudono dentro di sè molti valori ambientali che non si possono trovare negli altri partiti: lotta all'urbanizzazione selvaggia e alla speculazione edilizia, contrarietà alle centrali nucleari e agli OGM, protezione delle risorse idriche, lotta allo smog e ad ogni forma di inquinamento, forestazione, protezione del patrimonio storico-artistico-naturale. In ogni attuale partito italiano c'è qualcosa di "verde": certo, nel centro-destra si tratta prevalentemente di propaganda elettorale, e anche nel PD le idee non sono molto chiare, ma nessuno incarna tutti gli ideali che hanno (anzi, avrebbero...) i Verdi. Che invece dovrebbero essere inseguiti e ricercati da molte persone: perchè il tema è scottante, mai come in questi anni c'è bisogno di una politica ambientale attenta per combattere il cambiamento climatico, l'inquinamento e l'urbanizzazione, soprattutto visti i tagli drastici ai fondi (attuati dal governo) da destinare all'ambiente. Le molte associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF, Lipu, Italia Nostra, ecc...) potrebbero ottenere risultati ancora migliori se avessero una rappresentazione politica forte in Parlamento: con un bel numero di parlamentari si potrebbe veramente (e finalmente) cambiare l'Italia, in meglio.
Il segreto del successo dei Verdi in Germania sta in questo: farsi ascoltare dall'associazione delle piccole e medie imprese, creando un rapporto col mondo economico e puntando sul rigore del bilancio e al contempo sul primato dell'ambiente, sul no al nucleare, sui cortei antiatomici e paicifsti, sulle energie rinnovabili. Perchè non si riesce a farlo anche in Italia?
Intanto, l'ex ministro dell'Ambiente Alfonso Pecorario Scanio torna alla ribalta perchè ha creato una propria fondazione, chiamata UniVerde (http://www.univerde.it): ma non bisogna continuare con la frammentazione, bisogna invece chiamare a raccolta tutti quelli che hanno un'anima ambientalista, anche quelli che sono già in altri partiti, e creare una grande campagna a favore dell'ambiente. Solo così si può sperare di ricostruire una forza politica verde in Italia, in grado di poter (ri)entrare in Parlamento, ma con percentuali molto più elevate. Ne abbiamo fortemente bisogno!

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