domenica 28 novembre 2010

Cosa succede quando compriamo un libro?

Ho trovato un interessante editoriale di Stefano Mauri sulla rivista "Il libraio" nel numero di Natale 2010 (http://www.illibraio.it), intitolato appunto "Cosa succede quando compriamo un libro?". Riporto testualmente la parte iniziale dell'editoriale.
"I nostri soldi li incassa il libraio. Ne tiene poco più di un terzo, che gli basta appena per sostenersi. Il distributore ne tiene circa un decimo per pagare i costi di diffusione e dà il resto all'editore. L'editore ne dà circa un decimo all'autore e paga tutte le altre spese. Cioè le numerose persone che rendono possibile quel libro. Quando va bene, all'editore resta in tasca tra il 2 e il 5% del prezzo, che però ha già investito in un altro libro. Grazie alle royalties gli autori di maggior successo possono dedicare il loro tempo a scrivere. Grazie al loro libro un nuovo talento viene riconosciuto. Ho visto molti casi di successo passare da qui in vent'anni. Arriva un manoscritto che ci piace. E' come un seme. Si pubblica la prima opera. L'editore fa il possibile perchè i lettori ne capiscano il valore e l'importanza. Se il libro piace c'è il passaparola e il successo. Magari il libro vince un premio, l'auote diventa collaboratore di un quotidiano, di un periodico o va in televisione. L'editore si assicura i diritti dei prossimi libri che scriverà pagando nuovi e più lauti anticipi. Ecco che è nato un autore, cioè un pensatore indipendente che si guadagna da vivere con la sua opera, se vuole".
Un bel editoriale che riassume come funziona il mondo del libro, dalla scrittura di un'opera alla sua vendita. Inutile ricordare quanto importante sia leggere, dobbiamo leggere, di tutto, per arricchirci culturalmente, gli italiani poi ne hanno bisogno in particolare... Come dice lo stesso Mauri nel suo editoriale "Librai, agenti, editori e lettori appartengono a un mondo di libertà e curiosità che considera ancora i soldi uno strumento e non un fine. E che consente a spiriti creativi, indipendenti e intelligenti di esprimersi migliorando la nostra percezione del mondo e il nostro passaggio terrestre". Al contrario di quello che ormai succede nel mondo della musica, rovinata da interessi puramente commerciali...
E' proprio per confermare quanto scritto in precedenza che mi sento di consigliarvi un libro: si tratta di "Regole" (sottotitolo "Perchè tutti gli italiani devono sviluppare quelle giuste e rispettarle per rilanciare il paese"), scritto da Roger Abravanel e Luca D'Agnese, edito da Garzanti, pagg. 376, costo € 18,60. Mai come in questo periodo il nostro paese ha bisogno di regole, anzi di rispetto delle regole (che ci sono...). Il libro punta sul fatto che in Italia ci sono persino troppe leggi, norme e regolamenti (spesso anche complicate), che molte volte non vengono rispettate: chi non le rispetta viene spesso condonato o amnistiato, molti si adattano all'elusione di massa, e allora cosa si fa? Si creano altre leggi, più severe, che però non servono a niente: si crea un circolo vizioso dal quale l'Italia non riesce ad uscire e si blocca, perdendo credibilità (soprattutto all'estero). Ecco perchè bisogna mettere in vita un processo che porti i cittadini ad essere informati (correttamente...), partecipando alla definizione e al miglioramento delle regole anche basandosi su una scuola che deve formare i futuri uomini, diffondendo senso civico, rispetto delle regole, rispetto altrui, senso dello Stato.

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