sabato 26 febbraio 2011

Riutilizziamo le CASE DIMENTICATE...

Credo che chiunque percorra una strada, attraversi una campagna o una vallata, dedichi un pensiero alle tantissime case vecchie abbandonate che si vedono: non si possono non vedere perchè in Italia ce ne sono almeno due milioni, così come ha affermato Achille Colombo Clerici in qualità di presidente dell'Assoedilizia di Milano. Si tratta di case abbandonate, cascinali, fienili, magazzini, ville padronali, casali, rocche, case cantoniere, baite, malghe, ecc... Tutte lasciate all'incuria e al degrado del tempo. Ne ha dedicato un articolo Jenner Meletti lunedì 27 dicembre 2010 sul quotidiano la Repubblica. Si tratta di un immenso patrimonio dall'enorme valore storico-culturale, che testimonia un'epoca passata. Per rendere l'idea di quanti sono due milioni di edifici abbandonati, si pensi che l'ultimo censimento del 2001 ha contato 13 milioni di edifici in tutta Italia (per un totale di 27 milioni di unità abitative): si tratta quindi di ben il 15% del totale (a Milano sono 55.000 gli edifici abbandonati e a Roma 100.000...)!
Io stesso faccio lo stesso pensiero quando, in auto o a piedi, percorro la campagna veronese dove abito (e così è per tutta la Valle Padana): centinaia di abitazioni rurali abbandonate, mezze crollate, desolanti. Da qui la domanda nasce spontanea: perchè non recuperarle? Ammettiamo che sia vera l'esigenza abitativa in Italia (così ci hanno fatto credere in questi ultimi 10 anni per giustificare le continue nuove costruzioni residenziali, di fronte ad una popolazione rimasta stabile...), ma allora perchè continuare a lottizzare, sottraendo terreno all'agricoltura, distruggendo il territorio e creando migliaia di nuovi edifici? La logica a questo punto imporrebbe primo di recuperare il patrimonio edilizio esistente e secondo, qualora ce ne fosse bisogno, ricorrere al nuovo. Si potrebbe ridare vita a questi edifici abbandonati, valorizzando il loro significato storico-culturale, proteggendo il territorio evitando inutili sprechi di terreno, contenendo l'espansione delle città e quindi dell'inquinamento, consentendo a molte persone di vivere in edifici recuperati circondati da quiete e paesaggi meravigliosi.
Purtroppo la normativa edilizia italiana è così inquietante da non permettere di far abitare le case rurali da persone che non siano imprenditori agricoli e allo stesso tempo di deturpare il paesaggio padano con migliaia di orribili scatole grigie quali sono i capannoni (moltissimi vuoti, peraltro...). Dov'è la logica italiana in tutto questo? Non c'è, anzi c'è ed è in nome del denaro, perchè i Comuni ottengono fior fiore di soldi di oneri di urbanizzazione e costo di costruzione dalle lottizzazioni nuove e dai nuovi edifici, e non invece dalle ristrutturazioni. E se lo fanno è per la sempre maggior carenza di fondi: in questo la colpa dominante è quella dello Stato, uno Stato assente che non riesce a mettere in condizione i Comuni di lavorare proteggendo il territorio.
Alcuni progetti stanno nascendo per il recupero di questi edifici, come quello intitolato "100 cascine per l'Expo" (http://www.100cascine.it) che vuole recuperare alcune delle 90.000 cascine abbandonate presenti in Lombardia e che potranno essere adibite non solo a residenze ma anche ad attività produttive come bed&breakfast, agriturismi, uffici, centri per attività sociali, ecc... A Roma invece sono già partiti alcuni bandi per il recupero del patrimonio edilizio esistente con alcune condizioni: ad esempio, il Comune concede i cambi di destinazione d'uso permettendo così ad un fienile di diventare un'abitazione, però il proprietario è obbligato per 10 anni ad affittare il 60% degli alloggi ottenuti dalla ristrutturazione a canone concordato per housing sociale (in questo modo un appartamento di 45 mq costerà 250 euro al mese di affitto mentre uno da 75 mq costerà 400 euro).
E' qui che dovrebbe intervenire lo Stato: elargendo agevolazioni continue sulle ristrutturazioni, imponendo alle Regioni modifiche alle normative vigenti attualmente ridicole, e invece che fa? Continua a rilanciare il deludente "Piano casa" 8che in campagna elettorale funziona di più)...

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